Restyling San Siro: scaricabarile sui costi tra Palazzo Marino e Fondazione olimpica

Il presidente della Fondazione olimpica e del Coni Malagò: paga il Comune. Ma l’assessore comunale allo Sport Martina Riva Riva frena: a carico dell’ente organizzatore

stadio San Siro

stadio San Siro

Chi pagherà gli interventi di restyling dello stadio di San Siro per la cerimonia di apertura dei Giochi olimpici invernali del 2026? Il Comune o la Fondazione olimpica Milano-Cortina 2026? La domanda è ancora senza una risposta precisa. Anzi, Palazzo Marino e Fondazione a Cinque Cerchi stanno mettendo in scena il più classico degli scaricabarile sulle spese per gli interventi, almeno leggendo le dichiarazioni pubbliche dei protagonisti.

Facciamo un passo indietro. Lo scorso 14 dicembre il presidente della Fondazione olimpica e del Coni Giovanni Malagò, nel corso della tre giorni dei delegati del Cio per visitare i siti olimpici milanesi, disse: "Il Meazza ospiterà decine di capi di Stato, con tutto ciò che questo implica. Servono più ascensori, servizi, accessibilità in certe aree dello stadio. I costi degli interventi? Questi lavori dipendono dal Comune, proprietario del “Giuseppe Meazza’’".

Ora facciamo un passo in avanti. Del tema dei lavori di adeguamento di San Siro in vista della cerimonia olimpica si è tornati a parlare ieri pomeriggio in Consiglio comunale grazie a una Domanda a risposta immediata presentata dal presidente della commissione Olimpiadi Alessandro Giungi (Pd). La risposta dell’assessora comunale allo Sport Martina Riva esprime una posizione opposta rispetto a quella di Malagò: "Allo stato non sono previsti lavori di adeguamento per lo stadio di San Siro per ospitare la cerimonia inaugurale dei Giochi olimpici e paralimpici del 2026, né specifiche richieste sono pervenute dagli organismi internazionali alla data odierna. A margine della recente visita della Commissione di Coordinamento del Cio si è parlato di possibili allestimenti temporanei per adeguamento alle necessità olimpiche e per migliorare la fruibilità dell’impianto in funzione dello specifico utilizzo per la Cerimonia di apertura a carico della Fondazione Milano Cortina 2026. Si parla di piattaforme per le televisioni, montacarichi, ascensori, tutte strutture temporanee in vista della cerimonia di apertura".

Allestimenti temporanei a carico della Fondazione Milano-Cortina, non del Comune. Posizioni distinte e distanti, dunque, anche se ieri sera da Palazzo Marino precisavano che l’accordo tra le due parti c’è e a pagare le spese, ancora da quantificare, sarà la Fondazione. Se l’intesa c’è oppure no, si vedrà più avanti. Sempre sul fronte San Siro, intanto, Riva sottolinea che "nelle prossime settimane arriverà un provvedimento che chiuderà il processo del dibattito pubblico sul progetto del nuovo stadio di Milan e Inter, come previsto dalla legge. Dunque entro la scadenza" del 19 novembre. Il discorso è diverso per la delibera con cui la Giunta comunale guidata dal sindaco Giuseppe Sala dovrebbe dichiarare l’interesse pubblico per il progetto rossonerazzurro. Il primo cittadino vuole aspettare finché non sarà chiaro se il vincolo sul Meazza sarà messo o no.

Il capogruppo del Pd Filippo Barberis valuta negativamente un eventuale vincolo: "La nostra preoccupazione è che Milan e Inter lascino l’area di San Siro. È necessario che il Governo prenda una posizione chiara, come ha fatto il Consiglio comunale. Paradossalmente, se l’attuale San Siro fosse sottoposto a un rigido vincolo, sarebbe la fine dell’attuale stadio. Congelare San Siro significa per i club abbandonare San Siro. È un rischio che dobbiamo evitare".

 

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