San Siro, il Comune batte cassa con i club

L’ assessore Tasca: no all’incasso del diritto di superficie dell’area dopo 32 anni. I club devono riformattare il piano economico

Lo stadio Giuseppe Meazza

Lo stadio Giuseppe Meazza

Milano, 1 febbraio 2020 - Incassare il diritto di superficie per l’area di San Siro dopo 32 anni dalla realizzazione del nuovo stadio? Non se ne parla neanche. Il Comune ieri mattina, durante un vertice a Palazzo Marino con i tecnici di Milan e Inter, ha rispedito al mittente l’iniziale proposta economico-finanziaria dei club e ha replicato loro che la concessione del diritto di superficie di 90 anni per realizzare il nuovo stadio e rifunzionalizzare il vecchio andrà pagata "da subito". L’assessore al Bilancio Roberto Tasca, che ha incontrato i rappresentanti delle due società con l’assessore allo Sport Roberta Guaineri, è netto sul punto: "I club proponevano di pagare il diritto di superficie dopo 32 anni. Noi gli abbiamo replicato “no, il diritto di superficie deve essere pagato dal momento in cui avrete il bene in gestione’’, quindi da subito".

Parole pronunciate qualche ora dopo il vertice, a margine della commissione Bilancio. Tasca, più in generale, parla di "incontro positivo, perché Milan e Inter hanno capito i tre punti fondamentali da affrontare: il valore di San Siro, il diritto di superficie dell’area e la rifunzionalizzazione del Meazza". Ma aggiunge: "Il Piano economico finanziario dovrà essere “riformattato’’ rispetto a quello iniziale. Ci siamo dati due-tre settimane prima di rivederci. Serve una valutazione approfondita del Comune e dei club". Tant’è. Procediamo per punti. Tasca parte dal valore fissato dal Comune per il Meazza: "Lo stadio vale 100 milioni di euro come proprietà e 90 milioni di euro come diritto di superficie".

La cifra del diritto di superficie a cui si riferisce l’assessore è quella relativa solo all’area del Meazza. L’iniziale proposta dei club, invece, era quella di pagare il diritto di superficie di tutta l’area di San Siro (il terreno per il nuovo stadio e per riutilizzare il Meazza) solo dal 33° anno, dopo l’iniziale investimento, con 5,31 milioni di euro all’anno, nell’arco di 60 anni, per un totale di 478 milioni. Tempi e cifre che, come accennato sopra da Tasca, andranno riveduti e corretti alla luce del nuovo progetto per il futuro del Meazza. Non solo. Il possibile accordo economico tra Comune e Milan-Inter dovrà tener conto dell’attuale convenzione per la gestione del Meazza che scade nel 2030, un’intesa tra amministrazione municipale e società la quale prevede che Palazzo Marino incassi 9,9 milioni di euro all’anno dal Meazza, cinque milioni di euro di affitto cash e quasi cinque milioni di euro riutilizzati per la manutenzione dell’impianto.

Confermata, intanto, l’ipotesi concordata dalle parti lo scorso 21 gennaio, cioè il riutilizzo del Meazza salvando metà dell’attuale stadio e realizzando dove ora c’è il campo di gioco uno “Sport District’’ con campi di calcetto, di basket, una palestra e un muro per le arrampicate. Tasca, a questo proposito, sottolinea: "Adesso quel progetto deve essere tradotto nel Piano economico finanziario. La rifunzionalizzazione del Meazza prevede costi addizionali rispetto alla demolizione di tutto lo stadio (l’abbattimento totale era stato stimato dai club in 45 milioni di euro, ndr ). E ci sono dei punti ancora da chiarire: il centro sportivo sarà pubblico o privato? A chi andrebbero i ricavi degli spazi sportivi non gratuiti? A chi spetterà la manutenzione di campi e impianti? La combinazione ottimale potrebbe essere una via di mezzo tra tutto pubblico e tutto privato".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro