Milano, il sindaco Sala: "San Siro? Sì a più volumetrie"

Il primo cittadino apre a Milan e Inter: "Ma è meglio se restano al Meazza"

San Siro visto dall'interno

San Siro visto dall'interno

Milano, 6 febbraio 2019 - I modelli sono l’Amsterdam Arena in Europa e il Patriots Place negli Stati Uniti. Stadi di calcio e football americano circondati da centri commerciali, palestre e locali. Nella lettera firmata dal presidente rossonero Paolo Scaroni e dall’amministratore delegato nerazzurro Alessandro Antonello sono gli stadi dell’Ajax e dei New England Patriots i modelli indicati da Milan e Inter al Comune per la riqualificazione dell’area di San Siro. Nella missiva le due società, come anticipato ieri, parlano di «progetto di uno stadio moderno e all’avanguardia», chiedono al sindaco Giuseppe Sala e all’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran un aumento delle volumetrie per realizzarlo e scrivono esplicitamente di «attività commerciali» e «grande struttura di vendita».

L’obiettivo finale è indicato, ma il progetto è a un bivio, Milan e Inter stanno ancora ragionando su due opzioni alternative, riassunte così ieri mattina dal sindaco Giuseppe Sala: «La prima è ristrutturare San Siro, la seconda è costruire un nuovo stadio di fianco». In uno o nell’altro caso, Palazzo Marino è disponibile ad aumentare le volumetrie per l’area di San Siro (l’indice per ora è fermo a 0,35) nel corso del dibattito sul nuovo Piano di governo del territorio in Consiglio comunale: «Se siamo disposti a dare più volumetrie a Milan e Inter nell’area di San Siro? In senso generale, sì. Ma nella misura del buon senso. Maran ha già detto “sediamoci e verifichiamo’’», sottolinea Sala, che subito dopo indica senza giri di parole il progetto preferito dal Comune: «Personalmente ritengo più semplice rimanere nel “vecchio’’ San Siro e spero e credo che sia l’opzione che rimanga viva: il Meazza è un impianto storico a cui la città è affezionata». Il sindaco, però, non chiude la porte sull’altra ipotesi, cioè sulla realizzazione di un nuovo stadio di fianco all’attuale impianto («Nello spazio dell’ex Trotter è più difficile, dall’altro lato è un po’ più facile. Siamo aperti alla discussione»): «Se le società desiderano costruire un nuovo stadio, ok. Con una serie di “se’’. Lo stadio Meazza è di proprietà del Comune, bisogna trovare una formula che se anche Milan e Inter costruissero un nuovo stadio l’amministrazione municipale non ne uscirebbe penalizzata e non ci perderebbe. L’altro se? Non direi di no se all’interno delle volumetrie si trovasse una formula adeguata».

Sala  fa capire che l’opzione in vantaggio nelle valutazioni di Milan e Inter potrebbe essere la seconda: «Le società temono che rimanere per una stagione, una stagione e mezza, giocando in uno stadio in cui ci sono lavori in corso potrebbe creare problemi». Un problema che però appare superabile: basti pensare che il Meazza non chiuse i battenti neanche durante la costruzione del terzo anello, nei tre anni precedenti ai Mondiali di Italia 90. La palla, però, ora è nei piedi di rossoneri e nerazzurri, che stanno lavorando «a pieno ritmo» sul progetto, che potrebbe essere inviato a Palazzo Marino «quanto prima», scrivono Scaroni e Antonello.

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net

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