Mense, a San Giuliano caos come a Lodi: bimbi stranieri esclusi

Le famiglie straniere dovranno presentare i documenti sulle proprietà immobiliari per usufruire delle tariffe agevolate

Bimbi a mensa

Bimbi a mensa

San Giuliano, 18 ottobre 2018 - Nel Sud Milano si scatena un altro caso Lodi: senza l’apposita documentazione, gli stranieri sono esclusi dalle tariffe agevolate per la mensa e gli altri servizi scolastici. Perciò se una famiglia extracomunitaria, residente nel Sud-Est Milanese, possiede degli immobili nel Paese d’origine - anche soltanto una porzione della casa del nonno o dello zio - lo deve dichiarare, carte alla mano.

Anche se non si possiede nulla in termini di proprietà immobiliari, ugualmente lo si deve dimostrare. In assenza di riscontri, verranno applicate le rette massime per la refezione e gli altri servizi scolastici. Contro questa prassi, adottata dai nove Comuni del distretto sociale della via Emilia, l’Associazione per gli studi giuridici sull’Immigrazione annuncia un ricorso, sulla base di quanto sta già avvenendo a Lodi, dove la giunta del sindaco Sara Casanova ha introdotto un regolamento analogo e ancor più stringente rispetto a quello del Sud-Est Milanese.

L’associazione che tutela i diritti degli stranieri ha inviato una lettera ad Assemi, l’Azienda che raggruppa i Comuni del distretto sociale della via Emilia, per sollevare una serie di obiezioni rispetto al provvedimento. In sostanza, stando a quanto affermato dal sodalizio, per l’accesso alle tariffe agevolate è sufficiente presentare l’Isee: i Comuni non devono avanzare richieste aggiuntive. Secondo l’associazione, le prestazioni sociali come quelle scolastiche sono disciplinate da un decreto ministeriale del 2013.

«Se la materia dell’accesso alle prestazioni agevolate è regolata da fonte statale - si legge nel documento - le amministrazioni locali non hanno alcun potere per ritenere insufficiente l’Isee». «Va anche considerato - prosegue la lettera - che, ai sensi del citato decreto, per la determinazione del reddito ai fini Isee sono considerati anche i redditi relativi agli immobili all’estero non locati» e che «tali componenti reddituali sono autodichiarate nella Dsu (dichiarazione sostitutiva unica, ndr) senza alcuna distinzione tra cittadini italiani e stranieri (ferma restando ovviamente la facoltà di controllo)».

L’associazione ribadisce che non devono essere «posti a carico del richiedente, che già si trova in condizioni economiche disagiate, oneri documentali che risulterebbero spesso avere un costo superiore al beneficio richiesto, che introdurrebbero un trattamento differenziato tra italiani e stranieri e che, comunque, sono spesso di impossibile adempimento per la non disponibilità, da parte delle autorità del Paese di origine, a rilasciare documenti attestanti l’impossidenza di beni o redditi». Secondo i sindaci dell’asse Emilia, l’adottato provvedimento non fa altro che recepire una norma regionale e «non ha creato particolari disagi», precisano i primi cittadini Rodolfo Bertoli (Melegnano) e Marco Segala (San Giuliano). Ma l’associazione ribatte che se non riceverà una risposta farà ricorso in tribunale contro un «trattamento illegittimo».

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