Ruben
Razzante*
Il settore della salute digitale si è rivelato di importanza fondamentale per il Sistema
Paese negli ultimi due anni. Le applicazioni di tecnologie digitali in sanità sono
sempre più diffuse: lo conferma la grande crescita del mercato, che ha raggiunto
tassi quasi a doppia cifra nel 2021. Una delle componenti più dinamiche di quel
settore riguarda i dati: il mercato Big Data e Analytics in sanità raggiungerà i 135
milioni di euro nel 2022, con incremento del 12,5% e una prospettiva di crescita a
200 milioni nel 2025 (fonte NetConsulting Cube). Tuttavia, manca una strategia che
metta al centro delle azioni delle organizzazioni impegnate nel settore sanitario il
dato con tutte le sue implicazioni in termini di interoperabilità, cybersicurezza e competenze digitali. Occorre una oculata governance dei dati per una sanità digitale
inclusiva. La tutela della salute nel futuro avrà bisogno della trasversalità dei dati per
migliorare la qualità delle persone. In questo senso un apporto decisivo potranno
darlo i fondi del PNRR sulla Missione 6. L’analisi porta la firma di Anitec-Assinform, l’Associazione Italiana per l’Information and Communication Technology (ICT) aderente a Confindustria, che ha presentato di recente il white paper “Una Data Strategy per la Sanità Italiana”, elaborato dal Gruppo di lavoro “Digital Transformation in Sanità”.
Cinque i punti sviluppati nella ricerca: competenze, cybersecurity, data governance,
infrastruttura, life data. La trasformazione digitale ha bisogno di nuove competenze
specialistiche, di interventi per la sicurezza dei dati, di norme chiare sulle possibilità
di scambio dei dati, di una infrastruttura capillare che consenta la raccolta,
l’elaborazione e la fruizione di dati. Infine, c’è bisogno di una strategia che integri i
dati clinici con i life data, cioè quei dati esogeni che potenziano la medicina
personalizzata.
* Docente
Diritto dell’informazione Università Cattolica Milano
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro