Salta il cantiere, istituto fermo al palo

L’opera dei sogni non parte: la ditta non si presenta e i lavori non riprendono. Interventi bloccati da un anno

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di Barbara Calderola

Niente da fare per il cantiere della scuola dei sogni a Vaprio, i lavori non riprendono. La ditta non si presenta e salta tutto: le opere sono ferme da un anno per problemi nel progetto. Inail, che aveva scelto il borgo dell’Adda per realizzare il primo istituto della propria storia, dovrà ripescare dalla graduatoria dell’appalto per rimettere la costruzione sul binario giusto. "Si apre così una vertenza legale dai tempi incerti - dice il sindaco Luigi Fumagalli - e intanto i costi lievitano: siamo già oltre i 10 milioni di euro, che tradotti nei meccanismi di restituzioni previsti dalla gara significa che i nostri nipoti finiranno di pagare le medie tra 36 anni, versando ogni anno un affitto di 300mila euro. Un salasso del quale non si sentiva il bisogno".

Il Comune sta valutando "l’ipotesi di subentrare - spiega il primo cittadino -. Anche se l’onere sarebbe pesante per un bilancio come il nostro ci stiamo pensando seriamente. Vorremmo evitare che l’istituto rimasse il grande incompiuto, uno scheletro vuoto". La prima campanella sarebbe dovuta suonare il 12 settembre scorso, ma gli errori nei calcoli della struttura emersi strada facendo avevano già dilatato la consegna, prima al 2023, poi al 2024 "e ora l’incertezza è totale. A questo punto si rischia di dover rifare il bando", Fumagalli non esclude neanche questa ipotesi. L’opera firmata dal prestigioso studio C+S è stata esposta alla Biennale di Venezia. Il plesso, su due livelli, ospiterà 15 aule più 5 altri spazi, laboratori tecnici e sale dedicate al corpo docenti, una mensa, biblioteca, uffici, un auditorium da 160 spettatori e un teatro, oltre a una palestra da 170 posti, area ristoro e foyer. Il piano terra è stato pensato per aprirsi alla città, quello superiore per l’insegnamento vero e proprio. Una volta finita potrà accogliere 420 ragazzi.

Da quando è in carica, a più riprese, il sindaco ha provato a ridimensionare gli spazi per contenere i costi, ma poi è stata Inail stessa a fermare le ruspe "per problemi di stabilità". Da mesi il ministero cercava una soluzione "ma il piano per sistemare le magagne d’accordo con la costruttrice non è andato a buon fine e la ditta si è tirata indietro – ancora il primo cittadino – e noi adesso rischiamo di rimanere con il cerino in mano".

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