Sala striglia il Pd: Pisapia capolista? Così penalizziamo i giovani

Tramonta la candidatura "nordista" dell’ex ministro Carlo Calenda, auspicata dal sindaco

 Giuliano Pisapia e Giuseppe Sala

Giuliano Pisapia e Giuseppe Sala

Milano, 8 marzo 2019 - Se non è ufficiale, poco ci manca. L’ex sindaco Giuliano Pisapia sarà il capolista del Pd alle elezioni europee del 26 maggio. Il neosegretario dem gli ha chiesto di scendere in campo già prima delle primarie del 3 marzo e l’avvocato è pronto a tornare in politica, che non pratica più in prima persona dal 12 dicembre 2017, da quando ha abbandonato il progetto di ricostruzione di un centrosinistra ampio. Più di un anno dopo, Pisapia fa capire in un’intervista che dirà sì a Zingaretti: «La mia candidatura non è importante. Il punto è se può essere utile a ricostruire il campo largo del centrosinistra». L’ex primo cittadino non risponde, ma i suoi fedelissimi giurano che sarà candidato come capolista alle Europee nella circoscrizione Nord Ovest (Lombardia, Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta).

La candidatura «nordista» dell’ex ministro Carlo Calenda, auspicata dal sindaco Giuseppe Sala, tramonta. Come l’ha presa l’attuale numero uno di Palazzo Marino, firmatario del manifesto di Calenda «Siamo europei»? Sala giudica il dialogo Pisapia-Zingaretti «un fatto positivo, il contributo di Giuliano può essere importante», ma subito dopo lancia un consiglio-stoccata ai nuovi vertici del Pd: «Mi aspetto che Zingaretti, con coraggio, lavori anche sull’aspetto generazionale delle candidature. Va benissimo Pisapia, però attendo che ci sia anche un’apertura ai giovani». La candidatura del 70enne ex sindaco arancione non sembra un grande segnale di rinnovamento a Sala, che auspica che in lista ci sia un suo giovane assessore (in pole position c’è Pierfrancesco Majorino): «Nel Nord Ovest la lista Pd presumibilmente eleggerà quattro o cinque candidati, non tanti.

Se in cima alla lista ci sono solo persone di una certa età, inibiamo la possibilità dei più giovani». Sì alla linea verde per due motivi: «La politica deve essere vicina ai giovani. Il dovere di un capo, poi, deve essere quello di valorizzare le sue risorse, anche se il fatto che un assessore che lavora bene lasci la mia squadra mi crea un problema». La questione non è solo generazionale, ma politica. Non a caso Sala, quando gli si chiede se Pisapia contribuirà o no ad allargare il centrosinistra, risponde così: «Può allargare il centrosinistra. Ma il dubbio è se nascerà il listone o se il Pd correrà. A quel punto, Calenda cosa farà? Si creerà una sua lista?». Dentro Pisapia, fuori Calenda: non proprio lo schema politico che aveva in mente il sindaco.

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