Sala: il listone riformista? Sì ai voti moderati

Il sindaco: "Esperimento importante per allargare il centrosinistra anche in vista delle Regionali". Ma avverte: "In Giunta chi prende voti"

beppe sala

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di Massimiliano Mingoia

"Il listone riformista per le Comunali? È una cosa buona, allarga il centrosinistra. Potrebbe essere un esperimento importante anche a livello nazionale". Il sindaco Giuseppe Sala arriva al “Franco Parenti’’ e ancora prima di entrare nel teatro promuove l’iniziativa politica che qualche minuto dopo sarà preannunciata dal palco: una lista unitaria civica, riformista, liberaldemocratica ed europeista formata da Azione, Italia Viva, +Europa, Alleanza civica per Milano, Base Italia, Per l’Italia con l’Europa e Centro democratico.

Sala è convinto che una lista del genere potrebbe riuscire a togliere qualche consenso all’ala più moderata del centrodestra. Ma non si sbilancia quando un cronista gli chiede se una lista che sposta il centrosinistra più al centro sia o meno compatibile con un’alleanza con il Movimento Cinque Stelle: "Io direi che ci deve essere un centrosinistra molto largo. Sì, perché il centrodestra è forte, inutile negarlo. Per cui anche il centrosinistra si deve organizzare bene. Io parlo di Milano, ma il 2023 arriverà in fretta e in quell’anno ci saranno le elezioni politiche e le regionali in Lombardia". Il sindaco guarda già oltre le Comunali, ai futuri appuntamenti elettorali e a un centrosinistra rinnovato e ancor più competitivo. Una volta entrato al Parenti e chiamato sul palco, Sala aggiunge che "nel 2023 saranno 29 anni che il centrosinistra non governa la Regione Lombardia. Dobbiamo riprendere anche il Nord e questo passaggio di Milano può essere il momento della verità". La strada verso il listone riformista, dopo l’incontro di ieri pomeriggio, sembra in discesa. Ma meglio non dare nulla per scontato. Lo stesso Sala ammette che "costruire una lista riformista non sarà semplicissimo, ma invito tutti a non cedere a qualche personalismo che abbiamo tutti, me compreso. Questo è il momento di andare oltre".

Non è un mistero che Azione di Carlo Calenda volesse presentarsi con il proprio simbolo alle Comunali. L’accordo con gli altri movimenti riformisti sopracitati dovrà passare da candidati condivisi e capolista che accontentino tutti. Impresa non facilissima. Il sindaco aggiunge che "sarebbe un sogno per noi milanesi vedere nascere da Milano un fronte del genere" e aggiunge "dobbiamo essere veloci. Quando questo fronte sarà diventato una lista ufficiale convocherò il tavolo di coalizione". Sala, infine, avvisa tutti i protagonisti dell’operazione listone riformista presenti al Parenti – dai milanesi Sergio Scalpelli (Base Milano) e Franco D’Alfonso (Alleanza civica) al ministro Elena Bonetti (Italia Viva) e al senatore Matteo Richetti (Azione) – che dopo le parole dovranno seguire i fatti: "Il tema non è il valore teorico di una lista ma quanti voti prende. Quando costruirò la Giunta lo farò sulla base delle competenze e di quanti voti ha preso ogni lista".

L’operazione lista riformista viene seguita con attenzione anche da alcuni esponenti del Pd. Al Parenti c’era il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, ex renziano. Intanto il capogruppo dem a Palazzo Marino Filippo Barberis nota: "Il confronto con le forze liberaldemocratiche è giusto e necessario per costruire l’alternativa al centrodestra. Il dialogo con il M5S partirà da posizioni di maggior forza".

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