Sala in piazzale Loreto: "Legge Mancino come orpello? Milano si deve ribellare" /FOTO

Il sindaco alla cerimonia per l'eccidio fascista del 10 agosto 1944: "Salvini non me lo immagino qui a commemorare"

Il sindaco Giuseppe Sala alla commemorazione in piazzale Loreto (foto NewPress)

Il sindaco Giuseppe Sala alla commemorazione in piazzale Loreto (foto NewPress)

Milano, 10 agosto 2018 - "Si sono verificati fatti gravi in giro, ma invito soprattutto a non tollerare la malcelata accettazione di quei segni che portano a ricordare in un modo che non è quello giusto il periodo fascista. Quando senti trattare la legge Mancino come un orpello, penso che Milano si debba ribellare e che lo debba fare nel modo di Milano, ossia nell'esserci". Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala nel corso del suo intervento alla commemorazione della strage di piazzale Loreto quando, il 10 agosto 1944, 15 partigiani furono fucilati da un plotone d'esecuzione dei soldati del gruppo Oberdan della Legione Autonoma Mobile Ettore Muti della Rsi e i loro cadaveri esposti al pubblico, come rappresaglia per un attentato dinamitardo in viale Abruzzi.

Rivolgendosi alla piccola folla di rappresentanti delle amministrazioni comunali e regionali e ai membri dell'Anpi, Sala ha sottolineato "che non penso sia indispensabile essere o sentirsi la maggioranza per far vincere le proprie idee. Ma serve avere la volontà di essere degni eredi di questa città e di questi 15 cittadini. Noi ci siamo, tanti o pochi, e ci saremo" ha detto il sindaco. Per Sala bisogna diffondere "ogni giorno, nel nostro piccolo" il messaggio dei martiri di piazzale Loreto. "È giusto essere qui oggi ma dobbiamo esserci anche domani perché l'antifascismo non può essere un rituale", ha sottolineato. "Non può essere un rituale - ha sottolineato Sala - perché l'antifascismo è la vera, necessaria condizione per l'esistenza del nostro Paese. E se lo è per il nostro Paese lo è ancor più per la nostra città. Questo perché noi lo vogliamo fortemente".

"Il momento, se non drammatico - ha detto Sala - è tale da imporre una riflessione e chiama Milano a un impegno ancor più importante" ha proseguito il sindaco che a margine del suo intervento nella cerimonia di commemorazione dell'eccidio ha aggiunto alcuni commenti sul panomara politico: "Salvini sindaco di Milano? Non me lo immagino in piazzale Loreto. Oggi c'erano sindaci di centrodestra che però non mi pare si siano espressi in maniera così decisa come Salvini". Inoltre Sala ha ribadito che non ha alcuna intenzione di lasciare Milano per un incarico politico nazionale: "Scambio di città tra me e Salvini? Direi di no, non ho questa ambizione. Oggi Salvini ricopre un ruolo più importante di quello del sindaco di Milano, ma è possibile che più avanti voglia candidarsi a fare il sindaco di questa città. Ma non me lo immagino qui". E ancora: "Io penso a Milano, non c'è neanche un momento in cui penso al mio destino politico fuori da Milano".

Alla commemorazione è intervenuto anche l'assessore alle Politiche sociali, abitative e Disabilità di Regione Lombardia Stefano Bolognini: "Oggi Milano ricorda una delle pagine piu' tristi, piu' barbare e piu' dolorose della propria storia"."Oltre alla partecipazione sempre più numerosa - ha evidenziato Bolognini - è bene sottolineare ciò che di concreto è stato fatto in anni anche recenti su questi temi. Due realtà, in particolare, devono renderci orgogliosi di essere cittadini di Milano, citta' che ha da sempre nel proprio dna i valori della pace, della liberta' e dell'antifascismo: nel 2013, l'inaugurazione del 'Memoriale della Shoah', che, seppure legato a fatti diversi, ricorda le barbarie naziste anche nella nostra città, e, nel 2015, l'apertura della 'Casa della Memoria', che diventa ogni giorno centro quotidiano di riflessione ed educazione civica proprio su questi temi". "Proprio all'ingresso del memoriale - ha sottolineato ancora Bolognini, dove aver letto alcuni passaggi dalla postfazione del volume 'La notte' di Elie Wiesel, sulla necessita' di salvaguardare la dignita' dell'uomo al di la' delle idee politiche, religiose, di costume e di cultura - e' riportato a caratteri cubitali, per volonta' della senatrice Segre, a cui tanto Milano e il Paese devono, la parola 'indifferenza': io penso che iniziative come questa, come anche tutte le attivita' che, a Milano, si ripetono 365 giorni all'anno, nelle Istituzioni, nelle scuole, nei circoli e nelle strade, siano la migliore risposta per combattere l'indifferenza che purtroppo ancora oggi negli episodi di razzismo, xenofobia, ma, in generale, negli episodi di violenza si ripetono anche in questa città".

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