Rugareto, nulla cambia nei boschi della droga

Clienti e pusher, zone off-limits e cittadini costretti a guardare: dopo il delitto a Rescaldina torna lo spaccio a cielo aperto

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di Christian Sormani

"La vedete quella strada? Ecco se vi fermate qualche istante a lato della boscaglia esce un uomo a vendervi la droga. Basta aspettare trenta secondi fermi in auto". Un signore in bicicletta passa su via Gerenzano. Lo fermiamo chiedendo quale sia questo famoso bosco della droga di cui tutti, dopo i fatti di cronaca nera, parlano. Lui non ha esitazioni e ci indica la boscaglia dopo il ponte: "Da lì in avanti la zona è off limits per le brave persone...". Facciamo un paio di passaggi in auto, ma senza fermarci. Il labirinto del bosco è fitto, ma la vegetazione non ancora sbocciata lascia intravedere le strade che finiscono al centro dell’area verde, con una serie di reticoli bene in evidenza, come se ci fosse un passaggio continuo verso la strada di asfalto.

È così infatti è: basta ripassare per vedere un’auto che si ferma e che rimane immobile a lato della carreggiata. Improvvisamente dai boschi esce un uomo magrissimo che si avvicina alla vettura. In tre secondi lo scambio merce-soldi è fatto e lui può nuovamente sparire dentro i boschi nel fortino che i pusher gestiscono al suo interno. "Il Rugareto è così da anni e chi è di Gerenzano o Rescaldina lo sa bene e di qua non ci passa di certo a piedi o in bicicletta. Se poi hai la malaugurata idea di entrarci nel boschi arrivano a minacciarti col macete. Non fatelo mai". I clienti sono tanti a giudicare dalle auto che si fermano. Alcuni probabilmente abituali e coi soldi contati vista la velocità con sui avvengono le transazioni. Altri vengono a cercare roba pesante: eroina in primis. Ma questi sono i boschi della coca. I pusher ne gestiscono da anni il traffico. Qui sono maturati conflitti fra clan rivali che hanno portato ad alcune esecuzioni, l’ultima della quale qualche giorno fa con la morte del 24enne Bouda Ouadia un immigrato irregolare, originario del Marocco, ufficialmente senza fissa dimora. Lo hanno identificato i carabinieri tramite le impronte digitali essendo pregiudicato. Ma in questi boschi del Rugareto che si estendono su 1.250 ettari nei territori di Rescaldina, Castellanza, Gorla Minore, Cislago, Gerenzano, Marnate e Uboldo, si sono scritte storie orribili come quella datata 1992 quando fu trovato il corpo senza vita di una ragazza di appena 16 anni, violentata ed uccisa. A novembre del 2000 sempre nel parco sovracomunale una 35enne fu ammazzata da un uomo con un colpo di pistola alla tempia. All’epoca di spacciatori nord africani non ce n’erano, ma l’area era frequentata da coppie alla ricerca di privacy e da ladri di auto. Poi l’arrivo dei pusher e il fiorente mercato dello spaccio di droga, mai terminato anche durante i recenti lockdown dovuti al covid.

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