Ruby ter, gemelle De Vivo in aula: "Etichettate come escort"

La procura ha chiesto una condanna a 4 anni per Eleonora e Imma De Vivo. L'avvocato di Barbara Faggioli: "Nessuna prova della sua prostituzione"

Le gemelle Eleonora ed Imma De Vivo  in una foto del 2015

Le gemelle Eleonora ed Imma De Vivo in una foto del 2015

Milano, 28 settembre 2022 - Nuova udienza, questa mattina, in Tribunale a Milano, del processo Ruby Ter, a carico di Silvio Berlusconi e altri 28 imputati.  In aula, per la prima volta le gemelle Concetta ed Eleonora De Vivo. Per loro ha parlato l'avvocato Maria Emanuela Mascalchi. A seguire è stato il turno dei legali di Barbara Faggioli e Barbara Guerra, rispettivamente Paolo Siniscalchi e Nicola Giannantonio.

Nella prossima udienza, il 5 ottobre, ci saranno le arringhe dei difensori di Karima El Mahroug, dell'ex fidanzato Luca Risso, di Marysthell Polanco e probabilmente anche quella della difesa Rigato (rinviata per problemi di salute del legale). Il 17 ottobre discuterà l'avvocato Federico Cecconi, legale di Berlusconi (per lui i pm hanno chiesto una condanna a 6 anni). Il 2 novembre interverrà l'altro difensore dell'ex premier, il professore Franco Coppi. Il 16 novembre le repliche dell'aggiunto Tiziana Siciliano e del pm Luca Gaglio e poi spazio alle controrepliche difensive con udienze fissate per il 23 novembre, 14 e 21 dicembre. Il presidente del collegio Marco Tremolada ha chiarito che c'è possibilità per il Ruby ter anche di usare le udienze del 18 e 25 gennaio. Sulla base di questo calendario, fissato oggi dai giudici della settima penale di Milano è probabile che la sentenza possa arrivare a gennaio, anche se ancora non è stata stabilita una data certa per il verdetto.

Gemelle De Vivo in aula, la difesa: "Etichettate come escort"

Si sono presentate stamani in aula, per la prima volta, le gemelle Concetta ed Eleonora De Vivo.  E si sono sedute a fianco del loro legale, l'avvocato Maria Emanuela Mascalchi, che sta parlando davanti ai giudici per chiedere le assoluzioni delle due ex showgirl, facendo presente che "da 10 anni, da quanto dura questo procedimento, vengono etichettate come 'Olgettine', ossia escort, ma non lo sono".

"Contro le mie assistite ci sono sospetti, congetture, non ci sono prove. E' un'indagine sulla sfera  privata, si parla di 'schiave sessuali del grande anziano', di odalische, sono dieci anni che vengono etichettate così ma, sono considerazioni di contenuto scandalistico. Occorre distinguere il giudizio morale dal giudizio penale: ammettere di ricevere dal 2016 delle somme di denaro è un illecito? Loro hanno sempre agito alla luce del sole", ha sottolineato la difesa. La procura, che ritiene che quei bonifici siano serviti per comprare il silenzio delle ragazze che partecipavano alle 'cene eleganti' nella villa di Arcore, ha chiesto per le sorelle De Vivo una condanna a 4 anni.

L'avvocato Mascalchi ha poi aggiunto: "Col presidente Berlusconi da parte delle gemelle c'era un rapporto di stima e amicizia". E ha rimarcato come i reati attribuiti alle due ospiti di Arcore - "accuse che le stanno perseguitando da dieci anni" - non poggiano su elementi solidi: quei bonifici alla luce del sole "si sono trasformati per la procura in dazioni corruttive, ma in che modo questo la procura non lo dice. La corruzione non è stata dimostrato e l'invasione della sfera personale delle mie assistite non porta a nulla. Non ci sono elementi univoci contro di loro, per questo vanno assolte perché il fatto non costituisce reato" ha concluso il legale. 

Barbara Faggioli, la difesa: "Nessuna prova di rapporti sessuali con Berlusconi"

"Non c'è alcuna prova in questo processo che la signora Barbara Faggioli abbia avuto rapporti sessuali con Berlusconi o che abbia esercitato ad Arcore l'attività prostitutiva". È uno dei passaggi dell'arringa difensiva in corso dell'avvocato Paolo Siniscalchi, che assiste Faggioli, l'ex showgirl che è tra le giovani imputate nel processo milanese sul caso Ruby ter. Tra il Cavaliere e Faggioli, ha spiegato ancora il difensore, c'è stata una "vicinanza amicale, mai negata da nessuno". Nell'arringa la difesa viene sottolineato come "non è stata direttamente testimone di atteggiamenti impropri" delle serate di Arcore e come, rispetto alle accuse mosse di falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari, "manchi la correlazione tra la testimonianza e la dazione di denaro". Tra lei e Berlusconi ci sono "rapporti economici che hanno proceduto la testimonianza, sono proseguiti nel corso di tutti i processi" e rappresentano "un desiderio riparatorio di Berlusconi" per ragazze che "sono state bersagliate mediaticamente" e che come la Faggioli "si sono trovate sotto un fuoco mediatico più grande di lei". La pubblica accusa ha chiesto 4 anni per l'ex showgirl, mentre per l'avvocato va assolta "perché il fatto non sussiste".

Barbara Faggioli chiede l’assoluzione
Barbara Faggioli chiede l’assoluzione

Barbara Guerra, la difesa: "Irascibile, ma amica di Berlusconi"

È "evidente" che Barbara Guerra "ha anche avuto momenti di irascibilità", ossia come risulta pure dagli atti dell'inchiesta avrebbe esercitato un forte 'pressing' per avere soldi, ma tra lei e Silvio Berlusconi "c'è sempre stato un legame di forte amicizia" e "nel processo non c'è prova di un accordo corruttivo tra i due per rendere falsa testimonianza". Lo ha spiegato l'avvocato Nicola Giannantonio, legale dell'ex showgirl, per chiedere la sua assoluzione nel corso dell'arringa difensiva nel processo. "Con lei Berlusconi è stato sempre molto generoso e l'ha aiutata fin dall'inizio - ha aggiunto il legale - la stessa Procura ci ha detto che era un'amica, molto legata a Berlusconi, questa è una storia di amicizia nata nel 2007 e lei ha avuto dal presidente l'uso di case e immobili sin da tempi non sospetti". In più, secondo il difensore, "non c'è alcun elemento che provi che Berlusconi abbia promesso a Guerra la donazione della villa", l'ormai nota villa da un milione di euro a Bernareggio, nel Milanese. "Non era di sua proprietà, lei l'aveva in uso", ha precisato il legale. Il leader di FI, ha proseguito la difesa, "ha ritenuto di doverla aiutare per ciò che aveva subito", per lo scandalo mediatico, "con donazioni di denaro in modo regolare e tracciabile". 

Barbara Guerra
Barbara Guerra
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