Ruby ter, il pm: "Berlusconi aveva schiave sessuali. Processo a un grande anziano malato"

Milano, il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano durante la requisitoria: il consolidato sistema prostitutivo è un fatto storico. La sentenza dopo 8 anni? Un fallimento"

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi

Milano, 18 maggio 2022 - "I fatti sono stati già consegnati alla Storia, indipendentemente dalle nostre valutazioni e da quella delle difese: il presidente del Consiglio in carica usava sistematicamente allietare le proprie serate ospitando a casa propria gruppi di odalische, schiave sessuali a pagamento". Lo ha spiegato il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano nella requisitoria del processo milanese sul caso Ruby ter, iniziando anche a parlare del "pagamento delle testimoni", ossia delle cosiddette 'olgettine', al centro dell'accusa di corruzione in atti giudiziari. Ragazze che, ha aggiunto Siciliano, "lo divertivano, trascorrevano alcune la notte con lui e questi fatti, chiusi con sentenza passata in giudicato, sono stati cristallizzati come fatto storico: l'attività di un consolidato sistema prostitutivo". E il "dato inoppugnabile è che le due sentenze passate in giudicato entrano a far parte del processo di cui trattiamo".

Prima il procuratore Siciliano aveva affermato in aula che nel caso Ruby ter si sta processando un uomo che è stato "alla Presidenza del Consiglio", tra le persone "più ricche del mondo", che "aveva il potere di modificare lo Stato" e che oggi invece "è un grande anziano malato, di cui conosciamo la vita privata perché di interesse giornalistico e guardiamo a questo con tenerezza e compassione". E dall'altra parte  "processiamo un gruppo di donne la cui caratteristica principale, causativa dei guai, è la bellezza, ormai passata, all'epoca erano molto giovani".

Il procuratore aggiunto ha esordito nella requisitoria (che si chiuderà il 25 maggio) così: "Pensavo, venendo in macchina, che se ci fosse una sorta di lettore del pensiero, la parola statisticamente stamani più passata nelle menti di chiunque, dai giornalisti al personale di sorveglianza e agli avvocati, è 'finalmente' che contiene soddisfazione, l'elemento positivo della conclusione". E ancora: "Io devo dire che sono fuori dal coro, non riesco a esprimere una reale soddisfazione, è stato un impegno faticoso in questi anni, lavorativo e psicologico, ma non posso dire finalmente perché se un processo può arrivare alla pronuncia di primo grado dopo 8 anni vuol dire che il sistema ha fallito".

"Ci siamo abituati a questa non particolarmente ricca e unidirezionale attribuzione di epiteti a Silvio Berlusconi, non condivido questa scelta, credo si possa avere un'opinione diversa senza arrivare a questo tipo di esternazioni che rischiano di scivolare nel cattivo gusto". Così l'avvocato Federico Cecconi, legale di Berlusconi, in merito alle espressioni usate dal procuratore aggiunto Siciliano . "Ne prendo atto, ma non condivido questa forma di polemica che rischia di accendere i toni", ha aggiunto.

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