Ruby ter, processo Berlusconi rinviato al 16 febbraio

L'ex guardia di Arcore: "Una delle ragazze voleva un milione di euro dal Cavaliere. Erano aggressive ed eccedevano"

Karima El Mahroug e Silvio Berlusconi

Karima El Mahroug e Silvio Berlusconi

Milano, 19 gennaio 2022 - I giudici del caso Ruby ter, dopo aver interloquito con la difesa di Silvio Berlusconi, hanno deciso di rinviare il processo al 16 febbraio, tra quasi un mese, dopo aver avuto rassicurazioni dal legale dell'ex premier, Federico Cecconi, che in due udienze, il 16 e il 23 febbraio, riuscirà a completare l'esame dei propri testimoni. 

A chiedere il rinvio era stata la difesa del Cavaliere, facendo riferimento alla situazione pandemica, che crea difficoltà nel citare i testi, e facendo presente anche che la prossima settimana sono previste le sedute per l'elezione del presidente della Repubblica. 

La difesa dell'ex premier, infatti, aveva spiegato nella scorsa udienza che avrebbe impiegato "5, 6 udienze" per concludere la fase dei propri testi, ma i giudici hanno chiesto a Cecconi se potrebbe riuscire a terminarla in due udienze, tra il 16 e il 23 febbraio, e il legale ha acconsentito, chiarendo che probabilmente servirà soltanto un'udienza in più per i propri consulenti. A marzo, poi, dovrebbero iniziare a deporre anche i testi delle altre difese. A questo punto allora il collegio ha deciso, "tenuto conto del risultato dell'udienza odierna" - per la quale erano stati citati 8 testi ma solo uno si è presentato anche a causa della pandemia - di rinviare il processo tra circa un mese. Berlusconi è imputato per corruzione in atti giudiziari insieme ad altre 28 persone, molte accusate anche di falsa testimonianza.

Intanto, è arrivata la testimonianza di Roberto Sileno, ex coordinatore, ora in pensione, del servizio di vigilanza della residenza ad Arcore.  Stando alle sue parole, Giovanna Rigato, una delle giovani ex ospiti alle serate a casa dell'ex premier e imputata anche a Monza per un tentativo di estorsione ai danni di Berlusconi da un milione di euro, si presentò nella "primavera del 2017" davanti a villa San Martino con un "foglio" in cui "c'era scritto che entro 7 giorni il presidente avrebbe dovuto versarle una somma di denaro, un milione di euro, su un conto in Inghilterra, altrimenti disse lei 'ognuno si assume la sua responsabilità'".

Il teste ha letto anche parte del biglietto che Rigato cercò di consegnare all'ex premier nel quale era scritto che aveva "urgenza di parlare col Presidente" per quel "pagamento da un milione", 'spalmatò su "7 anni", e nel quale erano indicate anche le scadenze e le coordinate bancarie. Sileno ha spiegato che in quegli anni "le ragazze chiedevano di essere ricevute quasi tutti i giorni, ma noi dicevamo che non ci si può presentare così, questo non è l'iter, bisogna prendere appuntamento con la segreteria. Ma era difficoltoso, erano verbalmente aggressive, eccedevano, insistevano".

Il 'pressing' sul Cavaliere per richieste di denaro da parte delle giovani, poi finite imputate per falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari, era già emerso dagli atti dell'inchiesta. "Dicevamo il presidente non c'è, è a Roma, vada da Spinelli (il ragioniere di fiducia, ndr) - ha aggiunto l'ex guardia - cercavamo le giustificazioni più disparate per liberarcene, erano insistenti, non erano persone con cui si poteva parlare". 

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