Ruby bis, domiciliari a Emilio Fede: "In carcere sarebbe sottoposto a enorme sofferenza"

L'ex direttore del Tg4 era stato condannato ad aprile in via definitiva a 4 anni e 7 mesi

Emilio Fede al palazzo di giustizia di Milano (Ansa)

Emilio Fede al palazzo di giustizia di Milano (Ansa)

Milano, 111 orttobre 2019 - Deve scontare la pena in "detenzione domiciliare" Emilio Fede condannato ad aprile in via definitiva a 4 anni e 7 mesi per il caso Ruby bis. E' quanto ha deciso oggi il Tribunale di Sorveglianza di Milano che ha accolto una delle istanze dell'avvocato Salvatore Pino. I giudici osservano che l'ex direttore del Tg4, per il quale era già stato sospeso l'ordine di carcerazione, ha 88 anni, soffre di "alcune patologie" e il carcere «"andrebbe contro il senso di umanità". Da detenuto sarebbe sottoposto a "una enorme sofferenza".

Già il 12 aprile, però, per Fede era arrivata una buona notizia. La Procura generale milanese, infatti, sempre su istanza della difesa, aveva sospeso l'ordine di carcerazione aprendo, dunque, la strada dei domiciliari.  Oggi, dopo un'udienza che si è tenuta due giorni fa, i giudici della Sorveglianza in prima battuta hanno respinto la prima richiesta della difesa del giornalista di "differimento dell'esecuzione della pena". E hanno accolto, invece, l'istanza per i domiciliari perché, "andrebbe contro il senso di umanità che deve comunque connotare l'esecuzione della pena nel rispetto della dignità della persona".

"Chiederò assolutamente la grazie al Capo dello Stato", ha commentato l'ex conduttore di Tg4.  "Ancora mi si accusa - ha continuato - di essere responsabile di aver tentato di far prostituire due ragazze. Nonostante questo, non mi metto a predicare contro la giustizia. Questi domiciliari mi lasciano ampi spazi di vita e sicuramente li rispetterò".

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