Ruby bis, Emilio Fede condannato non andrà in carcere: accolta l'istanza della difesa

La decisione della Procura generale apre la strada dei domiciliari per l'ex direttore del Tg4

Emilio Fede al palazzo di giustizia di Milano (Ansa)

Emilio Fede al palazzo di giustizia di Milano (Ansa)

Milano, 12 aprile 2019 - L'ex direttore del Tg4 Emilio Fede non deve andare in  carcere a scontare la condanna definitiva a 4 anni e 7 mesi per il caso Ruby bis. Lo ha deciso la Procura generale di Milano accogliendo l'istanza di differimento della pena presentata dal legale Salvatore Pino, in vista di una richiesta di detenzione domiciliare.

L'ordine di carcerazione è stato sospeso in attesa che la Sorveglianza, poi, si pronunci nei prossimi giorni sulla richiesta di detenzione domiciliare, misura alternativa al carcere che gli può essere concessa perché ha più di 70 anni (ne ha quasi 88) e il reato per cui è stato condannato, il favoreggiamento della prostituzione, non è ostativo ai domiciliari.  Per Fede, dunque, con la decisione di oggi della Procura generale si apre la strada dei domiciliari, regime detentivo con  cui dovrà scontare almeno la prima parte della pena, alcuni mesi, prima che la parte rimanente della condanna arrivi a 4 anni, quando poi potrà chiedere l'affidamento in prova ai servizi sociali. Affidamento che, invece, Nicole Minetti potrà chiedere già nei prossimi giorni, perché la sua pena di 2 anni e 10 mesi (sotto i 4 anni) è stata subito sospesa. 

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