Milano, 4 febbraio 2020 - Ore 13.05 di ieri, via Dante angolo largo Cairoli. Il solito viavai di turisti sull’asse Duomo-Castello. I ristoranti già pieni. Alle barriere anti-sfondamento c’è la solita pattuglia della polizia locale in presidio. A un certo punto, si avvicina un ragazzo, che punta deciso sulla fondina di uno dei due ghisa: il vigile non lo vede arrivare, ma si accorge subito che quel giovane vuole sfilargli la pistola d’ordinanza e riesce a reagire in tempi brevissimi.
"Voglio ammazzarmi, voglio ammazzarmi", urla l’aggressore, che poi verrà identificato per un ventiduenne somalo senza precedenti e con regolare permesso di soggiorno emesso dalla Questura di Ferrara. Il ragazzo non si arrende, vuole a tutti i costi l’arma. I vigili lanciano l’allarme via radio, e nel giro di pochi minuti arrivano altri equipaggi del Radiomobile in ausilio ai colleghi in difficoltà: il somalo viene bloccato a fatica e portato all’Ufficio centrale arresti e fermi di via Custodi, salvo poi essere trasportato in ospedale per una visita psichiatrica; verrà denunciato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e tentato furto dell’arma d’ordinanza dell’agente, che per fortuna non ha riportato ferite. Stando a quanto risulta, il giovane, che parla bene l’italiano, ha continuato a ripetere che la sua intenzione era quella di utilizzare la pistola per togliersi la vita e non per sparare a ghisa e passanti. "Un plauso ai due vigili – afferma il segretario del Sulpm Daniele Vincini – che sono riusciti a mantenere sangue freddo e a operare nel migliore dei modi: non voglio neanche immaginare cosa sarebbe potuto succedere se quel ragazzo fosse riuscito a impossessarsi della pistola, in un’area così centrale e affollata a quell’ora".
Venerdì scorso, un altro ventenne, in quel caso nigeriano, era stato sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio al San Paolo dopo aver aggredito a colpi di scarpa una donna incinta e aver preso a sassate il parabrezza di un autobus in via Ferrante Aporti: pure in quell’occasione, si era rivelato provvidenziale l’intervento di tre agenti dell’Unità reati predatori, che avevano fermato il giovane in evidente stato di alterazione psicofisica.
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