Rsa, rette da duemila euro "Situazione esplosiva"

Rincari motivati con le bollette, i costi più alti nella Città metropolitana. La denuncia della Cgil: le famiglie non riescono più a saldare, boom di insoluti

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di Andrea Gianni

La retta pagata dall’ospite o dai suoi familiari spazia da una cifra media minima di 54,12 euro al giorno fino a un massimo di 91,95 euro al giorno nel territorio più caro in Lombardia, cioè la Città metropolitana di Milano. E il continuo rincaro delle rette delle residenze sanitarie per anziani, motivato con l’aumento dei costi per l’energia, sta generando "una situazione esplosiva". La denuncia arriva dallo Spi-Cgil, il sindacato dei pensionati, dopo che i costi delle rette hanno superato il tetto dei duemila euro al mese. "Da una parte i bilanci familiari già messi in ginocchio dagli aumenti delle bollette e dei generi alimentari – spiega Valerio Zanolla, segretario generale Spi-Cgil Lombardia – dall’altra l’approssimarsi dell’inizio della scuola che comporterà ulteriori aumenti sui libri scolastici: chi potrà sostenere gli aumenti annunciati e in alcuni casi già applicati dalle Rsa?". Rincari che "stanno diventando sempre più insostenibili" per le famiglie."Oggi ricoverare un anziano in una Rsa costa alle famiglie mediamente duemila euro al mese e la pensione non basta – aggiunge Federica Trapletti, della segreteria Spi – la mancanza di una legge sulla non autosufficienza che garantisca i livelli essenziali delle prestazioni e l’assoluta inadeguatezza dei servizi domiciliari assistenziali lombardi mette le famiglie con le spalle al muro".

Dall’inizio della pandemia, nonostante le risorse economiche che in più riprese la Regione Lombardia ha stanziato per sostenere il settore, secondo i dati del sindacato le rette hanno già subìto aumenti nell’ordine dei 90100 euro al mese, dovuti ai costi di sanificazione. Ora si sta parlando di ulteriori, possibili aumenti che possono arrivare fino a 1012 euro al giorno. Una spirale che porta all’aumento dei casi di insoluti che vanno poi inevitabilmente a gravare sui bilanci comunali. "Chiediamo da circa un anno all’assessorato alla Sanità della Regione la convocazione del tavolo congiunto con gli enti gestori e i Comuni – evidenzia Trapletti –. Ad oggi questa richiesta è rimasta inascoltata".

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