Rsa di Mediglia, 77 morti durante il lockdown: "Non chiudete così le indagini"

Inchiesta per epidemia e omicidio plurimo colposi, i parenti contestano la richiesta di archiviazione

Nei primi mesi del 2020 morti 77 anziani ospiti sui 147 presenti in struttura

Nei primi mesi del 2020 morti 77 anziani ospiti sui 147 presenti in struttura

Mediglia (Milano) - Lo avevano già annunciato, ora è ufficiale: i familiari degli anziani deceduti nella Rsa hanno fatto opposizione alla richiesta di archiviazione da parte della Procura sull’inchiesta per epidemia e omicidio plurimo colposi.

La vicenda, che aveva fatto grande scalpore, risale ai primi mesi del 2020 quando, in pieno lockdown, sono morti in pochissimi mesi 77 anziani ospiti sui 147 presenti in struttura. Una vera e propria strage silenziosa che aveva convinto 34 familiari a depositare un esposto in Procura. Fino allo scorso 20 luglio, quando la Procura di Lodi ha notificato ai parenti delle persone offese la richiesta di archiviazione dell’inchiesta. Secondo il procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro, infatti, dalle indagini non era risultata una ragionevole certezza che fossero state specifiche condotte a cagionare i decessi.

"Nelle nostre indagini - aveva spiegato Chiaro - abbiamo svolto anche un confronto con altre Rsa che hanno adottato misure più restrittive e siamo arrivati alla conclusione che non c’è ragionevole certezza che siano state proprio le condotte commissive o omissive di soggetti ricoprenti cariche apicali a cagionare l’evento, la morte di 77 pazienti ospiti della struttura". Una vera e propria doccia fredda per i parenti che non hanno però voluto rassegnarsi e avevano preannunciato battaglia fino ad arrivare ai giorni nostri, con l’opposizione alla richiesta di archiviazione. "Chiediamo un proseguimento delle indagini - ha dichiarato il loro portavoce Leonardo La Rocca, che nella tragedia ha perso il suocero - per arrivare al processo tramite una integrazione probatoria, la nomina di un perito e l’ascolto dei familiari che non sono ancora stati auditi. Oltre al fatto che non sono stati ascoltati tutti i soggetti che avevano depositato la querela, c’è anche quello che non sono state fatte valutazioni di carattere medico ma solo di carattere statistico. Una cosa è certa: non vogliamo che i nostri morti non passino per l’espressione di uno storico momento di sfortuna collegiale. La recente normativa che limita le responsabilità dei sanitari alla colpa grave non può derogare alle leggi generali e trasformarsi in una scappatoia utilizzata per salvare tutti indiscriminatamente".  

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