Rozzano, bimbo eroe: a otto anni salva la mamma

L’avventura di Giuseppe: la madre si accascia a terra colpita da un aneurisma cerebrale. È stato lui a chiamare i soccorsi, il papà: "È stato un vero eroe"

Il piccolo Giuseppe D'Angelica col papà

Il piccolo Giuseppe D'Angelica col papà

Rozzano (Milano), 16 giugno 2018 - "Papà, la mamma è a terra in bagno, sta male, non si muove". Sono le parole di Giuseppe D’Angelica, il piccolo eroe rozzanese di 8 anni che con una telefonata al padre ha salvato la vita della mamma, colpita da un malore. Tutto è accaduto l’altro giorno a Rozzano in via Matteotti, zona residenziale. Il bambino era a casa con la mamma mentre il papà, titolare di un negozio di acconciature per uomo, era al lavoro come ogni giorno. Giuseppe era con la mamma, Chiara Goglio. All’improvviso, non la sente più parlare, non la vede più. Si spaventa, la chiama a voce alta, ma non ricevendo risposte comincia a cercarla girando di corsa per le stanze di casa fino a quando la trova distesa a terra in bagno.

"Ho provato a chiamarla, a scuoterla ma non mi rispondeva. Quando l’ho vista per terra, così, non ho perso tempo. Ho preso il telefono e ho chiamato subito papà dicendogli di correre: gli ho urlato “papà, papà corri che mamma sta male”". Una decisione rapida e cosciente quella del figlioletto di appena 8 anni che alla fine si è rivelata decisiva per salvare la vita alla madre. Minuti preziosi recuperati al momento giusto, per consentire un decorso positivo della sua malattia. "Con mia moglie ci eravamo massaggiati poco prima su Whatsapp e anche se all’ultimo messaggio non avevo ricevuto risposta, non mi sono allarmato, ho pensato che fosse presa in faccende domestiche", racconta Vincenzo D’Angelica, il papà del giovanissimo eroe. Invece il dramma era in agguato e si palesa quando l’uomo riceve una telefonata: "Sul display del cellulare ho visto apparire l’altro numero che abbiamo a casa: ho avuto un brutto presentimento – spiega ancora Vincenzo – È un numero che non usiamo mai. Quando ho risposto e mio figlio mi ha detto che la mamma stava male ho lasciato il cliente che avevo sotto le forbici e sono corso a casa". Un breve tratto di strada. Per fortuna, infatti, l’appartamento si trova nella stessa via del negozio. Un pugno di metri percorsi in pochi istanti con la paura addosso e l’angoscia che prendeva il sopravvento.

"Arrivato a casa non riuscivo a entrare perché c’erano le chiavi inserite nella serratura. Ero sconvolto e stavo tentando di buttare giù la porta, ma mio figlio ha mantenuto la calma e ha tolto le chiavi, così sono potuto entrare". Un altro intervento rapido del piccolo che ha consentito al padre di raggiungere la mamma nel bagno e di lanciare l’allarme al 118 di Milano. Una telefonata veloce e la corsa dell’ambulanza. "Se mio figlio non mi avesse chiamato subito o se i soccorsi avessero tardato, oggi staremmo vivendo un dramma – aggiunge il papà –. Anche il primario dell’ospedale che l’ha operata ha detto che pochi minuti in più e non ce l’avrebbe fatta".

La donna infatti è stata trasportata al pronto soccorso dell’ospedale Humanitas ed è stata operata d’urgenza per un aneurisma cerebrale e ora, anche se dovrà essere sottoposta ad altri due interventi e dovrà restare in ospedale a lungo, sia pur in condizioni critiche, è viva e lucida. Tutto merito del bimbo. Per papà Vincenzo, il figlio Giuseppe è un eroe. "Sono cristiano e credente: credo che Giuseppe, la Croce Bianca di Binasco e la fede siano stati fondamentali per la vita di mia moglie – continua –. Il piccolo Giuseppe è tranquillo anche se nei suoi occhi si legge ancora lo spavento per la terribile esperienza che ha vissuto. Ma è stato un bimbo forte, l’angelo della mamma. «Voglio ringraziare i volontari della Croce Bianca di Binasco che sono arrivati in pochissimi minuti e con professionalità hanno capito subito la gravità della situazione".

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