
Il campo rom di via Bonfadini
Milano, 21 aprile 2018 - Bloccate prima della partenza. L’esordio delle passeggiate per la legalità in zona Forlanini era fissato per dopodomani, ma non andrà mai in scena: tre giorni fa, il prefetto Luciana Lamorgese ha bloccato l’iniziativa lanciata la scorsa settimana dall’Associazione Comitato sicurezza Quartiere Forlanini e dall’Associazione poliziotti italiani.
Secondo quanto risulta al Giorno, i diretti interessati hanno ricevuto la missiva mercoledì scorso, cioè a 5 giorni dall’avvio delle ronde civiche. Ecco i motivi dello stop. Innanzitutto, Palazzo Diotti ha riepilogato l’oggetto della richiesta d’autorizzazione: «È stato specificato – si legge – che tale attività si concretizzerebbe in passeggiate e soste nelle aree residenziali private e lungo le antistanti vie pubbliche, nelle fasce orarie mattutine, pomeridiane e serali, da parte dei volontari in divisa, con i quali i singoli residenti e gli amministratori condominiali dovrebbero segnalare eventuali situazioni di degrado urbano riguardanti le proprietà private e condominiali». Si tratta, nell’analisi di corso Monforte, di un’iniziativa che rientra in quelle contemplate e normate dal decreto del ministro dell’Interno datato 8 agosto 2008 sulle «associazioni di osservatori volontari». Associazioni che devono rispettare alcune regole precise e non aggirabili: a cominciare dall’iscrizione all’elenco provinciale istituito proprio a Palazzo Diotti e aggiornato annualmente per verificare «l’attualità dei requisiti» caso per caso. E poi serve, ricorda ancora la lettera, una convenzione controfirmata dal sindaco del Comune di riferimento (in questo caso Milano), sotto il coordinamento della Prefettura.
«Allo stato – la conclusione – non risulta iscritta, presso l’elenco provinciale, alcuna associazione di volontari». Tradotto: le ronde non possono partire, almeno per il momento e non nella forma prevista nel caso Forlanini. La questione resta aperta. Come ricorda proprio Lamorgese nella missiva, «recentemente, anche alla luce di specifiche direttive ministeriali, nell’ambito di un sistema integrato di sicurezza, viene valorizzata la collaborazione con i cittadini, i quali potranno svolgere un’attività di mera osservazione, segnalando alle polizie locali situazioni ed eventi attinenti sicurezza urbana e degrado sociale». È il progetto che va sotto il nome di «Controllo del Vicinato», con il quale il Viminale punta a creare una rete di cittadini attivi sul territorio. L'idea ronde non rientra neppure in questa fattispecie, «in quanto non sussistono i citati presupposti». Tuttavia, chiosa il prefetto, «a breve verrà sottoscritto un apposito protocollo d’intesa con l’obiettivo di disciplinare le iniziative del Controllo di Vicinato, già operative in alcuni Comuni del territorio metropolitano, al fine di stabilire in maniera chiara e univoca le azioni che i gruppi potranno svolgere, nel rispetto dei principi e delle disposizioni normative vigenti in materia».