Milano: zaini, vedette e "buchi" a 5 euro. Viaggio tra i fantasmi dell’eroina / VIDEO

A due passi dal muro gli affari vanno avanti

Non c’è recinzione che tenga nei dintorni del boschetto di Rogoredo

Non c’è recinzione che tenga nei dintorni del boschetto di Rogoredo

Milano, 19 luglio 2019 - I cancelli verdi sono spalancati. Accanto al muro grigio, che in questo punto più che una barriera pare essere un corridoio d’ingresso per disperati ed eroinomani, il viavai è continuo. Non si fermano le spole dei «fantasmi». Non si ferma la caccia alla droga quotidiana a Rogoredo. La scena immortalata dall’alto del cavalcavia a ridosso della Tangenziale Ovest ieri nel pomeriggio non lascia spazio alle interpretazioni: tossici che entrano con gli zaini in spalla, vedette ai lati, scie di immondizia. Da quei cancelli si arriva a una boscaglia sotto i piloni dell’autostrada. E perché quei cancelli sono aperti? Secondo indiscrezioni, per consentire il passaggio di mezzi pesanti o di quelli di soccorso. Ma c’è chi ne approfitta.

La triste realtà è che ogni luogo non battuto dai controlli, anche provvisoriamente, diventa terreno di spaccio e di consumo. Difficile monitorare una distesa infinita solcata da binari ferroviari e spezzata da miriadi di staccionate, scavalcate tuttavia con facilità da chi cerca la droga. E mille modi sono stati escogitati pure per aggirare il muro anti pusher realizzato lo scorso autunno: la striscia di mattoni lunga 600 metri lungo i binari dell’Alta velocità, in corrispondenza del punto in cui gli spacciatori si piazzavano a distribuire dosi di «nera» a buon mercato - bastano 5 euro per una dose, a volte anche meno - non ha scoraggiato gli irriducibili di questa gigantesca piazza di spaccio, che a novembre avevano pure aperto una breccia. Così da via Orwell, altra piazza di spaccio, il problema si è spostato qualche decina di metri più avanti, in direzione San Donato, sotto i piloni di cemento.

È la fotografia dopo la stretta sui controlli al boschetto vero e proprio, in via Sant’Arialdo. Ma pure in via Sant’Arialdo, attraversando la strada a circa 200 metri di distanza dall’ingresso del boschetto, spunta un altro luogo di spaccio e consumo: preso d’assalto il lembo di terra di proprietà delle Ferrovie che si trova tra due binari morti, nascosto dalla vegetazione. Si sta cercando, però, di correre ai ripari: ieri è partita l’operazione-sicurezza pure in questo luogo, con operai al lavoro per tagliare arbusti e cespugli. Nel pomeriggio, nei circa 200 metri di terra «denudata» affiorava di tutto: da siringhe a stracci.

Da rifugi  fai-da-te a segni di falò. Mentre gli addetti erano all’opera con le motoseghe, qualche «fantasma« ancora scavalcava le staccionate o abbassava la testa per passare da un’apertura creata ad arte, verso la parte in cui la vegetazione è ancora fitta. Poi c’è chi esce fingendo indifferenza, dallo stesso punto. Lo smercio al dettaglio si sposta in maniera rapida. Così la piazza di spaccio continua a vivere, anche oltre il boschetto. Marianna Vazzana

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro