Milano, il robot Sophia: "Cari umani non vi rimpiazzerò"/ VIDEO

Ha rassicurato chi ha un cervello nel cranio e non l’intelligenza artificiale: "Noi e voi siamo complementari, possiamo lavorare insieme"

La presidente Ania Maria Bianca Farina intervista l'umanoide Sophia

La presidente Ania Maria Bianca Farina intervista l'umanoide Sophia

Milano 16 febbraio 2019 - Ha ricordato un’invenzione di Leonardo da Vinci, discettato di economia e, soprattutto, rassicurato chi ha un cervello nel cranio e non l’intelligenza artificiale: i robot non hanno intenzione di rimpiazzare gli esseri umani. «Sostituirvi? Non credo sia il nostro scopo. Uomini e robot hanno capacità complementari. Siamo stati creati per aiutare gli esseri umani, così che possano dedicarsi a compiti più importanti e creativi», ha affermato ieri a Milano l’umanoide Sophia, ospite d’onore nel meeting annuale «Innovation by Ania», dedicato quest’anno a «salute e benessere nell’era digitale».

Che ci faceva un robot a Palazzo Mezzanotte, la sede della Borsa Italiana? Lo ha spiegato la presidente dell’Associazione nazionale per le imprese assicuratrici, Maria Bianca Farina. ««Innovation by Ania» analizza il presente, con lo sguardo rivolto al futuro. Per questo motivo abbiamo deciso di portare qui con noi l’innovazione in persona».

Sophia è infatti il robot più avanzato realizzato dalla compagnia Hanson Robotics di Hong Kong. Non ha le fattezze «metalliche», come in certi film di fantascienza. Piuttosto, sfoggia una squisita apparenza femminile, con tanto di rossetto e sopracciglia disegnate. È capace di modulare 62 espressioni facciali e di sostenere una conversazione, come ha dimostrato in alcuni programmi tv all’estero.

Intervistata dalla numero uno di Ania, Sophia ha tirato fuori, ogni tanto, delle perle. Come quando ha citato un progetto di Leonardo: «Il cavaliere meccanico tecnicamente potrebbe essere considerato il primo umanoide». A fine convegno ha commentato: «Mi hanno colpito moltissimo gli sviluppi della genetica e le grandi opportunità che ci sono. L’innovazione è ovunque e fa piacere che il settore assicurativo si impegni molto». Alle imprese ha consigliato «apertura. Le persone, le piattaforme e le aziende devono poter condividere dati e lavorare insieme per innovare».

«Innovazione è la parola chiave che guida l’evoluzione del settore assicurativo», ha ribadito Maria Bianca Farina alla platea. Ma è necessario «la realizzazione di un nuovo modello sulla salute che, mantenendo al centro il servizio universale, utilizzi in modo strutturato tutte le competenze e le risorse, ottimizzando l’imprescindibile rapporto pubblico-privato». Durante il meeting di Ania è stata presentata una ricerca svolta da Deloitte dove è emerso che per il 74% degli italiani benessere e salute sono la principale area di spesa. E che l’80% degli italiani valuterebbe l’acquisto di servizi, attraverso operatori non tradizionali. Un’opportunità per il settore assicurativo ma anche per gli utenti con le cure personalizzate.

Marco Vecchietti, amministratore delegato di Rbm Assicurazione Salute, ha detto: «Grazie alla sempre maggiore diffusione di cerotti digitali e indossabili, è possibile acquisire informazioni genomiche e parametri vitali per conoscere anticipatamente la mappa dei rischi dell’assicurato, attivando polizze sanitarie che investano risorse su percorsi di cura mirati». È il futuro, insomma. E Sophia l’ha capito da un pezzo.

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