di Ruben
Razzante*
Il diritto fa fatica a tenere il passo delle innovazioni tecnologiche. Gli studiosi e gli addetti ai lavori sono chiamati a governare le trasformazioni in atto. Occorre un supplemento di riflessione e di approfondimento per penetrare l’essenza di quei cambiamenti per certi aspetti epocali. Anche il sistema del diritto privato è messo a dura prova dalla rivoluzione digitale per ciò che attiene alla disciplina dei rapporti tra operatori professionali e utenti e alla regolazione delle attività e dei servizi offerti al mercato. Inoltre la supremazia tecnologica acquisita da alcune multinazionali del settore tecnologico genera disuguaglianze e posizioni dominanti sul mercato, a scapito di una crescita equilibrata dell’ecosistema digitale.
È allora importante stabilire se le tutele che l’ordinamento appresta conservino la loro efficacia nei settori in cui la dimensione digitale è pervasiva oppure debbano essere aggiornate e puntellate. Oggi e domani in Università Cattolica si discuterà di questi temi in un convegno dell’Unione dei Privatisti, che intende offrire un contributo all’attuazione del programma scientifico del PRIN E-Agorà. Il convegno può contare sulla collaborazione scientifica e organizzativa del Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sede dell’Unità locale di ricerca di quel PRIN. “Il diritto privato è chiamato a dare un contributo essenziale nell’elaborazione di regole efficienti e giuste in materia di contratti e di responsabilità civile, in grado orientare e indirizzare la tecnica, bilanciando i diversi interessi che possono entrare in conflitto”, chiarisce Antonio Albanese, professore ordinario di Diritto civile nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica di Milano e Responsabile Unità locale PRIN E-Agorà, che in tale veste ha organizzato il convegno in collaborazione con l’Unione dei Privatisti.
*Docente di Dirittodell’informazioneall’Università Cattolica