Enrico Beruschi Frasi apparentemente senza senso: ho voluto fare il contrario di “ritorno al futuro”. Chiedo scusa, ma parlo di cose mie, sperando di non disturbare più di tanto. Mercoledì scorso verso sera mi chiama il produttore di Striscia la notizia e mi chiede la disponibilità per tre puntate, in sostituzione di Iacchetti influenzato. Naturalmente mi metto a disposizione dei vecchi amici di avventura, cancellando un paio di impegni, sperando di non far del male. D’altra parte, il numeroso gruppo d’ascolto dei miei nove lettori sa che considero Striscia la notizia il programma migliore delle nostre reti televisive, il telegiornale più veritiero: quindi per me è un onore. In più, il piacere di ritrovare persone, a cui sono legato da antica amicizia, come Antonio Ricci e Lorenzo Beccati, Ezio Greggio (“Tutto Compreso” del ’81), il barista Matteo, i cameramen, le costumiste e via di seguito. La gioia con un filo di dispiacere per l’indisposizione di Enzo Iacchetti, a cui ho augurato una pronta ripresa, ma con la volontà di essere all’altezza dopo 30 anni di poca televisione così impegnativa. Adesso è quasi la mezzanotte di domenica e sono stato al grande supermercato per prendere i giornali, dopo la santa Messa vespertina: mi sono trovato in mezzo a tanti amici, complimenti e foto. Mi hanno piacevolmente sorpreso, io sono lo stesso degli altri pomeriggi domenicali in cerca delle stampa, che mi è sfuggita per poter dormire di mattina, come un ragioniere. Bene, adesso vado a coricarmi: ma domattina dovrò andare in ufficio?