Metro 4 in ritardo di 3 mesi a causa del virus

Slitta l’apertura di tutte le tratte intermedie. La prima entrerà in servizio a fine aprile ma solo se l’aeroporto di Linate sarà attivo

Lavori per la metropolitana (archivio)

Lavori per la metropolitana (archivio)

Milano, 9 gennaio 2021 - I ritardi accumulati dai lavori per la realizzazione della Metropolitana 4, la linea che unirà l’aeroporto di Linate alla stazione ferroviaria di San Cristoforo passando per il centro città, sono pari a 3 mesi. Lo ha spiegato il presidente della società M4, Fabio Terragni, nel corso di una Commissione consiliare in Comune, ieri pomeriggio. «I lavori – ha sottolineato Terragni – non si sono mai interrotti se non per 15 giorni ad aprile 2020 quando, tra i decreti del Governo e le ordinanze regionali, non ci è stato possibile lavorare. C’è poi stato un periodo di forte rallentamento dei cantieri, dovuto al fatto che nei mesi caldi molti lavoratori si sono trasferiti nelle regioni di origine e hanno avuto difficoltà a rientrare. Fatta una richiesta da parte nostra e del Comune di fare una valutazione sui ritardi – fa sapere il presidente di M4 Spa –, i costruttori ci hanno comunicato che questi ammontano complessivamente a tre mesi». 

La prima tratta della nuova linea metropolitana, quella che che consta di tre fermate e che collegherà l’aeroporto di Linate alla stazione del passante ferroviario di Forlanini, la cui apertura era prevista per gennaio 2021, slitterà «alla fine del mese di aprile». La scelta di attivare il servizio su questa minitratta è, però, ancora in sospeso perché si attende di sapere se per allora l’aeroporto di Linate sarà stato riaperto. Nel caso in cui il city airport fosse ancora chiuso a fine aprile, l’apertura al pubblico della minitratta sarà rinviata perché verrebbe meno il senso del collegamento con lo scalo e le fermate possibili si ridurrebbero a due. Oggi a Linate è operativo soprattutto il traffico merci.  Il costo di esercizio del servizio per le prime fermate, ha fatto sapere, a domanda, l’assessore comunale alla Mobilità, Marco Granelli, ammonta «a 650mila euro al mese. Per i mesi in cui d’apertura di quella sola tratta il costo totale era preventivato in 11 milioni di euro». Per quanto riguarda invece le altre tratte, Granelli e Terragni hanno spiegato che la seconda tratta ad aprire (quella che va da Forlanini FS a Dateo) e la terza (quella che unisce Dateo a San Babila) «subiranno uno scostamento analogo» a quello della prima tratta. Quindi anche in questo caso il ritardo è di tre mesi. 

Le aperture dovrebbero dunque slittare rispettivamente a settembre 2022 per Dateo e alla fine del 2022 o all’inizio del 2023 per San Babila. Sull’entrata in servizio dell’intera tratta, «prevista sostanzialmente alla fine del 2023», si dovranno fare alcune valutazioni per i ritrovamenti archeologici rinvenuti in largo della Resistenza Partigiana, in corrispondenza della fermata De Amicis. «Ora – ha affermato Terragni – valuteremo con precisione quando riusciremo a chiudere l’iter con la Soprintendenza, che ha chiesto di mettere a nudo la struttura rinvenuta, di smontarla e di rimontarla nel parco archeologico dell’Anfiteatro, che è in fase di realizzazione tra via Arena e via De Amicis». Nel dettaglio, è stato rinvenuto un manufatto medievale per la gestione delle acque costruito con le pietre prelevate proprio dall’anfiteatro romano.

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