"Ci vediamo a San Siro". Appuntamento sui social per la rissa

Ennesima sfida tra bande di minorenni, incontro vicino allo stadio. Ma c’è la polizia ad aspettarli: 30 ragazzini rimandati a casa

Continua nelle città l'allarme baby gang

Continua nelle città l'allarme baby gang

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Milano, 2 marzo 2021 - La sfida sui social che si incendia post dopo post. Promesse di botte per un precedente sgarro, uno sguardo sbagliato o un video di scherno circolato sul web. Ed ecco che dai cyber insulti si passa alla realtà: i rivali si promettono a vicenda di darsele di santa ragione e si danno appuntamento in un luogo della città, facendolo diventare un ring.

L’ultimo episodio di una serie che si sta allungando in maniera preoccupante è andato in scena in zona San Siro sabato pomeriggio, anche se per fortuna le cattive intenzioni delle gang rivali non si sono tramutate in una maxi zuffa: i poliziotti erano lì ad aspettare i contendenti e sono riusciti a bloccarli prima che potessero entrare in contatto. Nei giorni precedenti, infatti, gli investigatori hanno intercettato quelle dichiarazioni di guerra on line e hanno organizzato un servizio preventivo con pattuglie dislocate in vari punti del quartiere. Così piccoli gruppi di ragazzini, per un totale di circa trenta adolescenti, sono stati bloccati in vari momenti tra via Zamagna e piazzale Segesta, all’uscita dalla stazione della metropolitana lilla e vicino alla fermata di un autobus: in questo modo, gli agenti hanno evitato che le due fazioni si compattassero per scontrarsi verosimilmente nel piazzale dello stadio Meazza. Dopo le procedure di identificazione, sono stati tutti rimandati a casa, e nel caso dei più piccoli riaffidati direttamente ai genitori.

L’intervento di San Siro non è altro che l’ennesima spia di un fenomeno che sta caratterizzando questo inizio di 2021, tanto che già lo scorso 13 gennaio il questore Giuseppe Petronzi ne ha parlato in maniera specifica nell’ordinanza che predisponeva i servizi di controllo per il weekend successivo, invitando tutti gli operatori delle forze dell’ordine a prestare massima attenzione. E dell’argomento si è discusso in più occasioni anche nel corso delle riunioni settimanali del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto a Palazzo Diotti dal prefetto Renato Saccone. Del resto, gli allarmi via via scattati nelle settimane successive si sono sempre rivelati fondati.

Oltre ai due casi di via Dezza e piazza Vetra, datati 16 e 23 gennaio, bloccati sul nascere da chi stava indagando per altri motivi su una delle due bande avversarie, sabato 20 i poliziotti in servizio anti-assembramento in piazza Duomo hanno scongiurato un affollatissimo parapiglia in piazza Mercanti, dove circa 200 giovanissimi si erano dati appuntamento per difendere rispettivamente due ragazzine che avevano litigato per motivi sentimentali. E poco prima stessa scena in via Marconi, con numeri più contenuti: in quell’occasione, erano in dieci a preparare la resa dei conti per un filmato.

Insomma, la guardia resta molto alta su questo fronte. Un fronte alternativo a quello che si concentra, sotto il coordinamento della Procura dei minori, sulle baby gang che commettono reati perseguibili penalmente. La scorsa settimana, gli uomini della squadra investigativa del commissariato Porta Genova hanno eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare per altrettanti membri del gruppo che ha spadroneggiato per mesi al parco Solari con rapine violente ai coetanei: il più grande, un sedicenne con precedenti, è stato portato al Beccaria, mentre i tre presunti complici sono finiti in comunità. A metà gennaio, altra operazione del commissariato Città Studi per alcune aggressioni in piazza Leonardo da Vinci: un quindicenne, considerato il leader della banda, è stato arrestato, mentre a due diciassettenni sono state applicate le misure della permanenza in casa e di alcune stringenti prescrizioni da seguire.  

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