"Rischioso concederle i domiciliari" Patrizia Coluzzi rimane in carcere

La donna accusata d’avere ucciso la figlia di due anni non ha risposto alle domande del gip durante l’interrogatorio

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di Francesco Pellegatta

La personalità dell’indagata definita "pericolosa". L’assenza di "ogni capacità di autocontrollo inequivocabilmente dimostrata dall’indagata" e la "premeditazione della condotta". Per questi motivi Carlo Ottone De Marchi, Gip di Milano, ha convalidato il fermo disposto dalla Procura di Pavia nei confronti di Patrizia Coluzzi, la 41enne accusata di aver ucciso la figlia di due anni nella notte tra domenica e lunedì a Cisliano, stabilendo che la donna debba restare in carcere e respingendo le misure domiciliari chieste dai legali.

Nelle dieci pagine che motivano la decisione, dopo l’interrogatorio di ieri mattina in cui la donna non ha risposto alle domande del giudice e non ha reso spontanee dichiarazioni, il Gip ha sottolineato come il pericolo di reiterazione del reato sia "concreto e desumibile dalla premeditazione della condotta, dal comportamento dell’indagata antecedente ai fatti, in cui dichiarava il proprio proposito delittuoso, non accettando la separazione dal marito e manifestando i suoi propositi di rivalsa, e dalla particolare vulnerabilità della vittima priva di qualsiasi strumento di difesa, oltre che dal fatto che l’indagata è madre di altri due figli minori". Nel frattempo emergono altri dettagli riguardo la scena della tragedia. Nel decreto di fermo vengono descritti i contenuti dei bigliettini affissi sulla parete della camera o attaccati allo specchio, scritti forse prima di compiere l’estremo gesto. Si tratta di vari post-it contenenti frasi che – alla luce di quanto accaduto – fanno rabbrividire: "Scusa piccola ma non potevo permettere che restassi nelle sue mani da sola"; "L’ultimo viaggio con te piccolo amore indifeso. Scusa"; "L’ultimo atto di coraggio" e "Affonda la lama. Ormai non ci farai più male".

Non solo. Sul tavolo della sala da pranzo sono stati rinvenuti altri fogli: "Scusate non sono abbastanza forte non riesco a tollerare un altro abbandono da chi aveva promesso di proteggermi ed invece mi ha fatto del male". Sullo stesso tavolo la donna aveva lasciato anche la richiesta di archiviazione della Procura di Pavia relativa alla denuncia presentata nei confronti del suo ex a febbraio 2021, contenuta in una busta di plastica trasparente con scritto a pennarello: "Dov’è la giustizia?".

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