Pd, fronda anti-aumenti per il ticket Atm: "Sì al biglietto breve"

C'è chi dice "no", chi resta contrario all’aumento del biglietto Atm da 1,5 a 2 euro, anche nella maggioranza di centrosinistra

Biglietti Atm

Biglietti Atm

Milano, 8 settembre 2018 - C'è chi dice «no», chi resta contrario all’aumento del biglietto Atm da 1,5 a 2 euro, anche nella maggioranza di centrosinistra. La fronda nel Pd viene allo scoperto subito dopo l’incontro di ieri mattina tra la vicesindaco Anna Scavuzzo, gli assessori Marco Granelli e Roberto Tasca e i capigruppo di maggioranza. Il presidente della Commissione Mobilità del Comune, il dem Carlo Monguzzi, è netto: «Io resto contrario all’aumento».

Neanche la nota del sindaco Giuseppe Sala, il quale scrive su Facebook che il costo dell’abbonamento annuale Atm resterà immutato e sarà rateizzabile, convince Monguzzi a cambiare idea: «Io do per scontato che il costo degli abbonamenti annuali resti lo stesso e che si proteggano le fasce deboli. C’è da fare una cosa in più: il “biglietto breve’’. Noi non possiamo pensare di far pagare la stessa cifra a un utente che fa quattro fermate e a un utente che va da Sesto San Giovanni ad Assago attraversando tutta la città. Chi fa tragitti brevi sui mezzi pubblici potrebbe essere tentato di usare l’auto oppure di utilizzare i mezzi senza pagare il ticket da due euro. Gli spostamenti brevi devono costare anche meno di 1,5 euro».

Un altro consigliere del Pd, Alessandro Giungi, è ancor più polemico: «L’aumento andrà spiegato molto bene soprattutto tra chi vive nelle case popolari o ha un reddito molto basso. Io già dico che non essendo convinto dell’aumento non sarò tra questi. Ma sono sicuro che ci sarà la corsa ad andare nelle periferie ad annunciare e spiegare l’aumento». Il capogruppo Filippo Barberis, intanto, esprime la linea ufficiale del Pd: «Se fosse arrivato un aiuto anche parziale da parte della Regione, si sarebbe potuto ragionare sul tener ferma la tariffa del biglietto. Ma l’aiuto non è arrivato e ora possiamo pensare solo a come attenuare l’impatto dell’aumento del ticket singolo.

Vogliamo tutelare gli abbonati e le fasce deboli». La capogruppo di Milano progressista Anita Pirovano premette che «noi non siamo contenti che il biglietto aumenti», ma poi aggiunge: «Appare una scelta obbligata, visti i conti del trasporto pubblico locale. Adesso il tema è non disincentivare l’utilizzo dei mezzi pubblici da parte di coloro che li usano e trovare formule per incentivarne l’uso al di là del rincaro del biglietto singolo. Se non riusciremo a far ciò, avremo fatto una tempesta perfetta. In negativo». La Pirovano, subito dopo, fa un paragone tra Atm e Netflix: «A Netflix ci si abbona a vita ma si paga un mese alla volta. Ecco, un esempio del genere è per dire che per ora l’abbonamento annuale Atm si paga tutto insieme. Bisogna far sì che si possa pagare mese per mese».

L’opposizione di centrodestra, intanto, prepara le barricate contro la stangata. Il capogruppo di FI Fabrizio De Pasquale va all’attacco: «In sette anni la sinistra ha aumentato il biglietto del 100% da 1 a 2 euro. Senza però raddoppiare le frequenze che anzi sono diminuite nei giorni festivi. Ci batteremo contro questa misura che smentisce l’impegno ambientalista di Sala».

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