Rimborsopoli: che fine hanno fatto "il trota" Renzo Bossi e l'igienista Nicole Minetti?

Fra i protagonisti del caso spese pazze al Pirellone ora in Corte d’appello: c’è chi ha lasciato la politica e chi ha fatto carriera

Nicole Minetti (Foto Imagoeconomica)

Nicole Minetti (Foto Imagoeconomica)

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Milano, 4 febbraio 2021 - Lui, Renzo Bossi, immortala sui social la sua nuova «vita in fattoria», in posa da «contadino invernale» su una catasta di legna nella sua azienda agricola a Brenta, nel Varesotto. Lei, Nicole Minetti, in perfetta forma pubblica foto sexy o di vita quotidiana dedicate ai suoi quasi 25mila follower su Instagram. Testimonianze della nuova esistenza di due dei protagonisti del cosiddetto “Rimborsopoli“, con ex consiglieri regionali al Pirellone ed ex assessori accusati di essersi fatti rimborsare con soldi pubblici, durante il mandato, spese per l’acquisto di cartucce da caccia o ‘gratta e vinci’, oppure cene da centinaia di euro, il banchetto di nozze della figlia, drink in locali di lusso, sigarette o videogiochi.

Ieri si è aperto il processo d’appello - in Fiera per consentire il rispetto delle misure anti-Covid – dopo un primo grado concluso il 18 gennaio 2019 con 52 condanne e 5 tra assoluzioni e prescrizioni. Quasi tutti gli imputati hanno dato l’addio alla politica o hanno un ruolo dietro le quinte. Tra le eccezioni Massimiliano Romeo che, condannato a un anno e 8 mesi per i fatti avvenuti quando era consigliere regionale, è ora capogruppo della Lega al Senato. Non si è fermata neanche la carriera del compagno di partito Angelo Ciocca, ora eurodeputato della Lega. C’è invece chi ha cambiato lavoro e chi è andato in pensione, e anche chi è finito in più gravi guai giudiziari, come Massimo Guarischi.

Uno dei volti noti di quell’epoca, Renzo Bossi, figlio del fondatore della Lega Nord Umberto Bossi, a 32 anni lavora in pianta stabile nella sua azienda agricola. Per le «spese pazze» al Pirellone il “Trota“ fu condannato in primo grado a 2 anni e mezzo per peculato, mentre aveva già interrotto da tempo la sua precoce carriera politica nel Consiglio regionale della Lombardia. Ora alleva capre nell’azienda agricola Tera Nostra di Brenta, produce formaggi e salumi che vende anche online. «La mia fattoria, semplicemente un posto magico», scrive su Facebook immortalando le campagne dell’Alto Varesotto. Ed è attivissima sui social anche la 35enne Nicole Minetti, igienista dentale divenuta consigliera regionale del Pdl (condannata a 1 anno e 8 mesi per peculato), con foto piccanti che incantano i follower su Instagram. 

Alcuni degli imputati hanno risarcito i danni, altri potrebbero farlo nel processo d’appello nel tentativo di ottenere uno sconto di pena mentre corre l’orologio della prescrizione. La prossima udienza è stata fissata per il 3 marzo, poi si tornerà in aula in aprile con l’obiettivo di arrivare a una sentenza in tempi rapidi. Nel ricorso i legali hanno chiesto l’assoluzione puntando sull’assenza del dolo per quelle «spese pazze» per un importo complessivo di circa 3 milioni di euro tra il 2008 e il 2012, ultimi anni dell’era Formigoni a Palazzo Lombardia. 

 

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