Diluvia? I rider costretti a pedalare, altrimenti sanzioni e note negative

Battaglia dei ciclofattorini di Just Eat: chi si ripara rischia la cancellazione del turno

Rider sotto la lente

Rider sotto la lente

Diluvia? Bisogna continuare a correre in bicicletta, anche se le strade sono allagate e la visibilità quasi nulla amplifica il rischio di incidenti, perché chi ha ordinato il cibo a domicilio non può aspettare. La sospensione del servizio scatta, secondo i regolamenti aziendali, "solo e soltanto qualora una pagina web di previsioni meteo indichi precipitazioni pari a 5mm/h". Una situazione che ha spinto i rider milanesi di Just Eat a dichiarare guerra e a minacciare uno sciopero per il diritto di fermarsi quando piove. Le protesta, culminata nello stato di agitazione proclamato ieri dalla Filt-Cgil, è scoppiata il primo novembre, quando forti precipitazioni si sono abbattute su Milano e sulla Lombardia. Condizioni meteo che, di solito, spingono le persone a ordinare cibo a domicilio, e quindi aumentano il lavoro dei rider. Ciclofattorini che hanno continuato a pedalare, visto che il servizio è stato sospeso solo alle15.30, terminato il periodo di punta. "Chi ha deciso di fermarsi nonostante le pressioni ricevute dall’azienda a continuare con le consegne, si è visto sanzionato con note negative o addirittura con la cancellazione dell’intero turno di lavoro a cui normalmente segue la contestazione di un’assenza ingiustificata", denuncia la Filt-Cgil. Un pressing che, secondo il sindacato, contrasta con le leggi e anche con quanto è stato spiegato durante il corso sulla sicurezza seguito in azienda. "Se piove forte non consegniamo – si legge in un volantino distribuito dai sindacati ai rider –. Bisogna ripararsi. Se le strade sono allagate, noi non dobbiamo consegnare. Cerchiamo riparo, avvisiamo LiveOps, e ricordarci che esiste anche una legge che ci obbliga a farlo, la legge sulla sicurezza sul posto di lavoro (D.L. 81/2008)". Davide Contu, Rappresentante sindacale aziendale (Rsa) della Cgil nella Città metropolitana per la piattaforma Just Eat e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, sottolinea che "la misura è colma, a maggior ragione quando l’azienda è addirittura inadempiente nella fornitura del vestiario anti-pioggia".

Just Eat, infatti, starebbe ancora completando l’invio dei kit estivi e "attraverso alcuni suoi coordinatori “sbeffeggia” i rider invitandoli a comprarsi l’attrezzatura necessaria a soli “19,90 euro da Decathlon”, mentre questi si trovano fradici sotto il diluvio". Una nuova frattura fra Just Eat e i sindacati, dopo la “luna di miele“ per la scelta della multinazionale di inquadrare i rider (un migliaio nella Città metropolitana di Milano e circa seimila a livello nazionale) con un contratto di lavoro subordinato rompendo il fronte di Assodelivery. Passaggio che ha comportato l’apertura a diritti sindacali sconosciuti per i rider, dalla nomina dei rappresentanti alla prima assemblea retribuita, che si è svolta venerdì scorso in piazza del Cannone. "Just Eat, pur avendo abbandonato il ricorso a lavoratori pseudo-autonomi per passare ad un modello di subordinazione, sta comunque facendo ricadere il rischio di impresa sui suoi fattorini", rimarca la Filt-Cgil nel proclamare lo stato d’agitazione.

"Se, nonostante un tavolo negoziale territoriale già in corso tra Filt-Cgil e Just Eat, in tutta risposta all’assemblea l’azienda decide di adottare una nuova procedura che prevede la sospensione del servizio solo e soltanto qualora una pagina web di previsioni meteo indichi precipitazioni pari a 5mm/h, noi a questo punto siamo pronti a tutto, anche a dichiarare lo sciopero a partire dal prossimo giorno di pioggia. Uno sciopero “salva vita”".