Fare i rider? Un paracadute sociale: sempre più italiani consegnano cibo

Milano, con la pandemia esplode il food delivery, che offre opportunità ai disoccupati. Il nodo dei contratti

Un rider

Un rider

Milano, 24 gennaio 2021 - Un settore in crescita esplosiva. Il food delivery nell’ultimo anno ha beneficiato di lockdown e chiusure dei locali. L’Osservatorio Nazionale per Just Eat ha calcolato che a Milano nel 2020 il numero dei ristoranti che hanno scelto la piattaforma digitale per ampliare il business delle consegne a casa è aumentato del 57%, per un totale di oltre 1.800 ristoranti partner (il dato di dicembre). E l’impressione è che siano aumentati anche i rider, includendo fra le nuove leve italiani di mezza età che hanno trovato nel delivery il loro paracadute sociale. Numeri su quanti ciclofattorini percorrano le strade milanesi non ce ne sono, neppure interpellando Assodelivery, l’associazione che rappresenta l’industria del food delivery in Italia. Glovo fa sapere che "nel 2020 i rider attivi nella città di Milano sono stati circa 1.400. Nel 2019 erano 1.200". L’incremento sarebbe stato del 16%, ma l’azienda precisa che "la crescita delle consegne non corrisponde in automatico all’aumento del numero dei rider. La piattaforma cerca di assicurare un numero soddisfacente di proposte di consegna. Le richieste di collaborare con noi sono aumentate anno su anno, in particolare nei mesi di aprile e novembre 2020". Fra le motivazioni, oltre orari elastici e possibilità di combinare le consegne con studio e altri lavori, "la perdita o la sospensione del lavoro precedente causa pandemia".

Un mondo , quello delle consegne di cibo, fatto di luci e ombre. Come è emerso dalle indagini della Guardia di Finanza sui rider del servizio Uber Eats "pagati 3 euro a consegna", "derubati" delle mance e "puniti" se si ribellavano, che hanno portato al commissariamento della filiale del colosso americano. Secondo Mario Grasso, di Uiltucs, "la strada per evitare caporalato e dumping salariale passa attraverso il riconoscimento dei diritti della subordinazione per i rider che svolgono il lavoro in modo continuativo e, per quelli occasionali, un “set” di tutele minime come la paga oraria garantita". Il sindacalista punta il dito contro il contratto firmato fra Ugl e Assodelivery entrato in vigore il 3 novembre, che stabilisce fra le altre cose un compenso minimo pari a 10 euro per ora lavorata. "In realtà l’accordo ha portato a un calo drastico delle tariffe per le consegne che nelle prime settimane oscillava fra -30% e -50%. Parlare di compenso per ora lavorata significa che se l’app calcola, per una consegna di diversi chilometri, un tempo virtuale di 30 minuti si guadagnano solo 5 euro. E c’è il rischio di guadagno zero se non ci sono consegne, sebbene si sia messo a disposizione il proprio tempo". Anche Angelo, fattorino del collettivo Deliverance Milano, conferma "l’abbassamento delle tariffe a consegna fino al 50%" evidenziando che il "sistema funziona a cottimo". Just Eat però fa sapere che "da febbraio" dovrebbe implementare il modello Scoober, che prevede per i rider "contratti dipendenti con tutele e vantaggi del lavoro subordinato". "Attendiamo di conoscere i livelli salariali" dice Angelo.