Rider, bufera su percorsi e monte ore

Presidio contro il nuovo sistema di calcolo delle tratte di Glovo. Anche Just Eat nel mirino: "Accordi violati"

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di Andrea Gianni

Glovo applica a Milano un sistema di calcolo dei percorsi che, secondo la rete Rider X i Diritti, "si traduce in un taglio delle paghe". Ma anche Just Eat, pur essendo l’unica piattaforma del delivery ad aver offerto un contratto di lavoro subordinato ai suoi quattromila rider in Italia, finisce nel mirino. "Abbiamo registrato in alcuni casi criticità nella gestione del monte ore – spiega Angelo Avelli, rider attivista di Deliverance Milano – che violano gli accordi e penalizzano a livello di reddito. Per questo stiamo valutando eventuali azioni legali, pur tenendo presente che il nuovo contratto di Just Eat è un passo avanti rispetto alla situazione precedente e alle condizioni applicate dalle altre piattaforme". Alcuni rider che prima lavoravano 30 ore settimanali si sono trovati, con la subordinazione, a lavorare solo 10 ore alla settimana, il minimo, invece di ottenere lo stesso monte ore. Un intoppo nel percorso avviato quest’anno che a Milano e nelle altre città d’Italia sta portando a inquadrare i rider Just Eat con il nuovo contratto.

Sul fronte Glovo, invece, ieri è esplosa una nuova protesta a Milano, con presidio e distribuzione di volantini davanti al Glovo Market in via Mansueto. Al centro il nuovo sistema di calcolo dei percorsi che la multinazionale spagnola ha applicato a Milano, unica città in Italia. Prima veniva utilizzato Google Maps con i percorsi delle auto anche per chi lavorava in bici, che poteva ridurre il percorso sfruttando scorciatoie e piste ciclabili. Ora l’azienda utilizza i percorsi di Google Maps segnalati con la bici per i rider in bicicletta, lasciando i percorsi auto solo per quelli in scooter. Sistema che, secondo la rete di movimenti e sindacati dei rider, comporta "un taglio delle retribuzioni e in alcuni casi le dimezza". Un’accusa respinta da Glovo. "Questo ricalcolo non ha prodotto sostanziali differenze nella retribuzione e i guadagni medi orari si mantengono superiori al minimo stabilito dal Ccnl – spiega l’azienda in una nota – tuttavia, per compensare eventuali scostamenti, abbiamo incrementato la parte variabile attraverso i bonus". Un nuovo terreno di scontro fra i sindacati e la multinazionale spagnola, una delle piattaforme finite al centro dell’inchiesta della Procura di Milano. Società che ora chiedono più tempo per valutare l’adempimento delle prescrizioni ed eventualmente pagare le sanzioni, per un totale di oltre 733 milioni di euro.

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