"I miei 14 giorni da rider: cottimo e corse sfrenate"

Due settimane trascorse a pedalare per le strade di Milano. Slalom ad alta velocità tra auto e pedoni, dubbi sul sistema

Due settimane trascorse a pedalare per le strade di Milano

Due settimane trascorse a pedalare per le strade di Milano

Milano, 5 luglio 2018 - Ore trascorse a pedalare per le strade di Milano, sotto il sole o con la pioggia. Uno slalom tra auto e pedoni, correndo per arrivare in orario e consegnare i pasti ai clienti. Nove ore di lavoro spalmate in 14 giorni, soprattutto nel fine settimana, per un guadagno di circa 90 euro lordi. Per due settimane ho sperimentato il lavoro dei rider, fattorini che consegnano pasti a domicilio. Ho ottenuto un contratto da parte di Deliveroo, uno dei big del settore, iniziando a macinare chilometri di asfalto in bicicletta. Ho incontrato tanti ragazzi, quasi tutti giovanissimi, fattorini del ventunesimo secolo, nei giorni in cui si è aperto un confronto con il Governo per arrivare a un contratto che riconosca tutele e un salario minimo. Per verificare come sia davvero il mondo delle consegne in bicicletta, quindi, mi sono infiltrato fra le migliaia di fattorini che ogni giorno riempiono le strade della città. Entrare nel giro è stato facilissimo: mi sono candidato per Deliveroo, è bastato mandare una email dichiarando di avere una bicicletta e la possibilità di lavorare in Italia.

Una volta firmato il contratto, tutta la strumentazione composta da borse termiche, casco e giacca mi è stata spedita a casa. La mia zona di competenza era quella del “centro”, in uno spazio compreso fra Pagano e piazzale Loreto, attraversando il salotto di Milano. Il lavoro non è complesso: tramite un’applicazione sullo smartphone si ricevono gli ordini e, una volta ritirato il cibo nei ristoranti, si scopre l’indirizzo del cliente. Non conoscere da subito l’indirizzo del destinatario potrebbe sembrare strano, ma dopo la consegna di un paio di ordini la motivazione diventa più chiara. Spesso il ristorante è piuttosto distante dall’abitazione del destinatario, e sapere subito questo dettaglio potrebbe portare il fattorino a rifiutare l’ordine. D’altronde perché fare fatica per essere pagati sempre allo stesso modo? Per ogni consegna si ricevono cinque euro lordi, indipendentemente dalla distanza. Cinque euro per pedalare tre chilometri come per spostarsi di appena un centinaio di metri. Proprio sul pagamento Deliveroo ha deciso di uniformarsi agli altri operatori del settore.

«Appena un anno fa si prendevo un fisso di sette euro all’ora – spiega un rider con esperienza incrociato fuori da un ristorante – oggi invece più si lavora più si guadagna, anche facendo i pazzi per la strada». Quello del codice della strada è infatti un punto sensibile in tema di consegne. Non più di due mesi fa le aziende di food delivery sono state convocate a Palazzo Marino per discutere sul rispetto delle norme. Nel contratto di Deliveroo è espressamente indicato l’obbligo di rispettare le prescrizioni per la sicurezza stradale - prosegue - ma effettivamente vedere i compensi lievitare insieme alla propria velocità di consegna potrebbe non essere il metodo migliore per convincere i rider ad essere prudenti». Io stesso ho accelerato in maniera non indifferente la pedalata, per aggiungere un’ulteriore ordine nella mia ora di lavoro giunta agli sgoccioli. Un ulteriore elemento negativo è proprio relativo alla sicurezza. Nella mia esperienza ho incrociato decine e decine di fattorini ma, a parte me, i colleghi che indossavano il casco si contavano sulle dita di una mano.

Un'altra voce del contratto che desta qualche perplessità nell’era della “gig economy” è quella relativa alla posizione del rider rispetto alla società. Un fattorino non è mai obbligato a lavorare e può dare la propria disponibilità quando vuole ma, rovescio della medaglia, Deliveroo non garantisce nulla al rider. Nemmeno di poter trovare lavoro quando offre la disponibilità. Un cottimo all’ennesima potenza. Le conseguenze di questa voce contrattuale la sperimento alle 20 di un venerdì sera. Durante l’ora di lavoro precedente avevo rifiutato una consegna, terminando la mia disponibilità. E dalle 20, per quasi mezz’ora, non sono arrivati ordini da ritirare, quando in tutte le altre ore da rider non mi era mai capitato di stare fermo per più di cinque minuti. Questa voce trova alcune conferme tra i colleghi, la cui opinione si riassume in quella di un rider incrociato in piazza XXIV Maggio. «Deliveroo non lo ammetterà mai - sottolinea - ma in caso di rifiuto di una consegna si viene penalizzati alla sessione successiva. D’altra parte è il contratto a permetterlo».

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