Richieste d’aiuto da 72 aziende: "Più esposto l’immobiliare"

A Milano il 58% delle richieste lombarde per scendere a patti con i creditori. L’esperto: è fondamentale intervenire ai primi segnali

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La parola chiave e "prevenire" e saper cogliere in tempo i primi segnali, prima che un’impresa in acque agitate finisca per affondare. In Italia sono soprattutto le aziende lombarde a fare ricorso alla composizione negoziata della crisi di impresa, uno strumento nato a novembre del 2021 per supportare il sistema economico in difficoltà, ristrutturare le imprese e prevenire il default aziendale. Il 19% delle imprese italiane che hanno fatto ricorso a questa procedura ha sede infatti in Lombardia. E a Milano si concentra il 58,3% delle istanze lombarde.

Dal 15 novembre 2021 al 16 settembre 2022, secondo gli ultimi dati della Camera Arbitrale di Milano, in Lombardia sono state presentate 72 istanze: 42 dalla Città metropolitana di Milano, 8 dalla provincia di Bergamo, 7 dal Varesotto, 4 dalla provincia di Brescia, 4 da Monza-Brianza, 3 da Mantova, 2 da Cremona, una da Pavia, una da Como-Lecco, zero da Sondrio e Lodi. Anche in questo caso numeri che potrebbero crescere nei prossimi mesi. Le imprese in difficoltà hanno aderito alla procedura volontaria più volte oggetto di modifiche normative e ora recepita dal Codice della crisi e dell’insolvenza, entrato in vigore il 15 luglio del 2022. È l’imprenditore a presentare l’istanza e a richiedere l’intervento di un esperto negoziatore che lo assista, dialogando con i creditori, nella ricerca di una soluzione per il risanamento dell’azienda.

"Ultimamente il settore più esposto è l’immobiliare, oltre alla ristorazione", spiega Andrea Coli, ragioniere commercialista esperto della composizione negoziata della crisi. "È essenziale che per arrivare a una soluzione bonaria si attivi tempestivamente la procedura – prosegue – presentando la richiesta attraverso la piattaforma della Camera di commercio e caricando tutti i dati perché sia possibile valutare il caso in tempi rapidi". In Lombardia sono 49 le imprese che hanno chiesto misure protettive, cioè interventi per proteggere il patrimonio dalle iniziative dei creditori e consentire di avviare le trattative per arrivare a una conciliazione. "Gli imprenditori hanno uno strumento per affrontare la crisi quando è ancora reversibile – spiega Rinaldo Sali, vicedirettore generale della Camera Arbitrale di Milano – e sfruttare la crisi per rilanciarsi. I primi mesi, pur evidenziando qualche difficoltà, mostrano quanto sia importante la tempestività dell’intervento".

Andrea Gianni

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