Riapertura dei Navigli, la città si divide: "Mobilità a rischio" / FOTO

Presentata la relazione sul dibattito pubblico: 91 le questioni sollevate dai cittadini. Sala: i milanesi sono favorevoli

Rendering della riapertura dei Navigli

Rendering della riapertura dei Navigli

Milano, 25 settembre 2018 - Riapertura dei Navigli, i milanesi si dividono. Alla fine del dibattito pubblico sul progetto del Comune di “scoperchiare’’ cinque tratti delle antiche vie d’acqua milanesi c’è chi è molto favorevole alla riapertura soprattutto per motivi ambientali e di mobilità sostenibile e chi invece è nettamente contrario per i problemi legati al traffico, ai parcheggi, alle questioni igienico-sanitarie, al degrado e ai costi per i lavori. La relazione presentata ieri in commissione Mobilità-Partecipazione di Palazzo Marino dal coordinatore del dibattito pubblico Andrea Pillon dipinge un quadro in chiaroscuro. Nel documento di 53 pagine, infatti, si legge: «Il dibattito pubblico, che inizialmente doveva essere incentrato sul “come’’ realizzare l’intervento e non sul “se’’ realizzarlo, ha fatto emergere posizioni contrastanti sulle ragioni e le finalità dell’opera. In altre parole, anche se l’“opzione zero’’ non era inizialmente prevista, molte discussioni si sono concentrate proprio sulle ragioni dell’opera e sulle priorità degli interventi alternativi che l’amministrazione dovrebbe perseguire».

Delle modalità del «débat public» alla milanese ci occupiamo nell’articolo nella pagina a fianco, qui ci interessa approfondire i temi emersi nella relazione. La preoccupazione maggiore dei milanesi che abitano nei cinque tratti di Navigli da riaprire – via Melchiorre Gioia, Conca dell’Incoronata, via Francesco Sforza, Piazza Vetra-via Molino delle Armi e Conca di Viarenna, in totale 2,2 chilometri – riguarda le ricadute negative sull’aumento del traffico e la riduzione dei parcheggi, in particolare nella aree di via Melchiorre Gioia e di via Sforza. «La riapertura dei Navigli – prevede un’osservazione – comporterà inevitabilmente un grave ostacolo alla circolazione dei mezzi di trasporto, sia pubblica che privata, con spostamento di tutto il traffico sulle cerchie più esterne che attualmente sono già insufficienti a smaltire il flusso della circolazione».

Alcuni cittadini sono preoccupati anche per la prevista soppresione della linea 94, che funge da circle line nell’area più centrale della città: la richiesta dei residenti è di rivedere il progetto o prevedere un servizio di navette, magari elettriche. Un altro tema sollevato durante il dibattito pubblico è quello della navigabilità dei Navigli: ci sono coloro che sostengono che non abbia senso riaprire solo i cinque tratti sopraindicati (costo: 150 milioni di euro) ma che sia fondamentale riaprire tutti i 7,7 chilometri di Navigli per ora interrati (costo: 500 milioni di euro) per puntare sul completamento dell’idrovia Locarno-Milano-Venezia. C’è persino chi parla del rischio di un «effetto canyon», cioè di imbarcazioni che navigherebbero troppo in basso per poter far vedere ai passeggeri la bellezza della Milano circostante. Alcuni cittadini, inoltre, chiedono «un Naviglio non solo navigabile, ma anche balneabile, con una vera spiaggia in città’» e la possibilità di praticare pesca sportiva. Un’altra richiesta diffusa riguarda l’aumento del verde intorno ai Navigli da riaprire.

La relazione mostra una città divisa. Ma il sindaco Giuseppe Sala ricorda che nel 2011 il 94% dei milanesi si espresse a favore della riapertura dei Navigli e sottolinea: «Da questo dibattito si è capito che i milanesi sono fondamentalmente favorevoli a questo progetto. Certo, le osservazioni sono varie. Le più importanti riguardano la riduzione dei parcheggi, dove abbiamo intenzione di trovare i fondi per realizzare il progetto e se la prima parte ha lo scopo di realizzare la seconda (la riapertura dei 7,7 km complessivi, ndr). Ora voglio riflettere con la mia Giunta».

L'assessore alla Partecipazione Lorenzo Lipparini spiega che «il Comune si prenderà un mese per valutare le 91 osservazioni raccolte, che dovranno essere analizzate con i progettisti e vagliate anche politicamente dalla Giunta. Entro la fine dell’anno avremo tutti gli elementi per decidere. A quel punto la delibera andrà in Giunta e poi in Consiglio comunale. Nelle prossime settimane, inoltre, dovremo continuare il dialogo con la Regione Lombardia, che si è detta disponibile a stanziare risorse per il sistema Navigli, di cui Milano è tassello fondamentale». L’obiettivo finale, come già promesso da Sala, è partire con i primi cantieri nel 2020. 

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