Retromarcia del magnate "La mia ex si tenga i regali"

Il petroliere iraniano Vasfi rinuncia alla causa da un milione a Sara Croce. E la giudice lo condanna alle spese legali. La modella: sapore di giustizia

Sara Croce, 24 anni, modella e influencer, già “Bonas“ di Avanti un altro

Sara Croce, 24 anni, modella e influencer, già “Bonas“ di Avanti un altro

Il tempo è galantuomo, almeno lui. Il petroliere iraniano Hormoz Vasfi ha rinunciato a chiedere oltre un milione di euro alla sua ex brevemente fidanzata pavese Sara Croce, che aveva accusato di aver "recitato la parte dell’innamorata" pretendendo dalla modella e influencer, già “Bonas“ di “Avanti un altro“, il rimborso dei molti regali che le aveva elargito in pochi mesi di relazione tra il 2019 e il 2020.

Trattandosi di uno degli uomini più ricchi del Medio Oriente, il conto includeva, per dire, un gioiello di Bulgari da 50 mila euro, viaggi esclusivi e shopping di lusso a Parigi e a Dubai, l’affitto di un appartamento in via San Marco a Brera, una Land Rover da oltre 45 mila euro, ma pure i doni più modesti per ingraziarsi la mamma di lei: una lavatrice, un dvd e cialde per il caffè per complessivi 900 euro.

La storia aveva tutti gli ingredienti per far impazzire il gossip come lo conosciamo dalla notte dei tempi. Lui 58 enne, di aspetto comune, ricco sfondato; lei 24 enne, bionda e bella come il sole, e l’umano, troppo umano piacere di veder confermato un cliché nell’andare a rotoli di un amore da copertina di cui si poteva pensare male sin da subito, a meno di non pensarla come l’ineffabile Lorelei de “Gli uomini preferiscono le bionde”, in originale “Gentlemen Prefer Blondes”: interpretata da una geniale Marilyn Monroe, che nello stesso film canta “I diamanti sono i migliori amici di una ragazza”, faceva inorridire le femministe anche nel 1953 affermando candidamente che "per un uomo essere ricco è come per una donna essere bella".

Alla fine, il magnate ha preferito interpretare la parte del gentleman, facendo cadere la causa civile contro l’ex e la madre e accollandosi pure (ma questo per decisione della giudice) circa 30 mila euro di spese legali della controparte. Una "presa di coscienza dell’infondatezza delle proprie pretese", commenta la legale delle donne, Laura Cossar, spiegando che così si chiude "un primo capitolo dell’annosa querelle tra Sara e il magnate che la ha già citata avanti al tribunale di Roma per altro contenzioso del medesimo tenore". L’interessata, Sara Croce, sui social cita Manzoni e festeggia: "Sento sapore di giustizia. È finita come doveva finire". Forse, col tempo al rancore è subentrata l’accettazione dei titoli di coda, come succede anche in tante storie in cui lui non è ricchissimo e lei non è bionda e bellissima; ma è altrettanto un lieto fine.

Giulia Bonezzi

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