Restyling del centro sportivo "Un esposto a orologeria"

Il sindaco all’attacco della segnalazione alla Corte dei Conti di 8 consiglieri. Tra i firmatari due candidati sindaci, l’affare piomba sulle elezioni alle porte

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di Barbara Calderola

"Esposto a orologeria", il sindaco attacca la segnalazione alla Corte dei Conti di 8 consiglieri (di maggioranza e opposizione) che ipotizza un danno erariale di 10 milioni per il naufragio del restyling del Centro sportivo di via Buonarroti attraverso il project-financing con il gestore Enjoy e chiede alla magistratura contabile di verificare "se la giunta abbia violato l’interesse pubblico cancellando l’accordo con il privato". "Uffici e consulenti negano questa ricostruzione, abbiamo deciso di comune accordo - spiega Ermanno Zacchetti - spiace constatare che si tenti di intimidire chi lavora, utilizzando uno strumento giuridico per provare la correttezza delle proprie idee. È una scelta di chi probabilmente ne ha poche: sarebbe stato meglio un confronto politico". Affondo durissimo nei confronti degli avversari, fra i firmatari della denuncia ci sono anche due candidati sindaci, Giordano Marchetti (Vivere Cernusco) e Daniele Cassamagnaghi (centrodestra), e l’affare piomba come una bomba su una campagna elettorale dagli esiti tutt’altro che scontati. Per il primo cittadino "gli otto consiglieri hanno scelto una procedura lunga, a tre mesi dall’annuncio della rescissione consensuale del contratto con la società di Matteo Gerli, ma per arrivare a un’evoluzione ci vorrà molto tempo. Una scelta consapevole", il che per lui è sospetto. Ma la controparte qualche giorno fa ha spiegato che "sono servite settimane per valutare gli aspetti legali dell’accordo e della sua fine".

I detrattori sostengono che "fra opere mancate, come i campi da calcio, ed esborsi per realizzarle ex novo al di fuori del patto e costi di utenza prima “compresi nel prezzo”, i cernuschesi ci rimetteranno una cifra astronomica". Un addebito che Zacchetti respinge su tutta la linea: "È stato il Covid a rendere insostenibile il piano che era stato messo a punto prima della pandemia: nulla vieta che il gestore ripresenti proposte meno onerose alla luce dei nuovi scenari tratteggiati dalla crisi sanitaria. Ma una cosa è certa: non volevamo danneggiare la comunità". Il Pd, prima forza di maggioranza, interviene a propria volta nella polemica per precisare che "due esponenti dem hanno fatto firmato l’esposto a titolo personale". Il partito prende così ufficialmente le distanze da Maurizio Rosci e Manuela Longoni, ultimo capitolo di una rottura nell’aria da tempo.

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