Resta in carcere l’accoltellatore

Pesante l’accusa per il 75enne: tentato omicidio premeditato di pubblico ufficiale

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Resta in carcere il 75enne che lunedì pomeriggio attorno alle 14 al Policlinico di San Donato ha ferito con una coltellata alla coscia il medico chirurgo di 65 anni Giovanni Malacrida. Questa è stata la richiesta di convalida dell’arresto e custodia cautelare formulata dal pm di Milano Marina Petruzzella e inoltrata all’ufficio del gip.

Le accuse sono pesanti: tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e aggressione a pubblico ufficiale. Un’aggressione violentissima e improvvisa nella quale il medico ha rischiato di morire per il taglio dell’arteria femorale. Stando a quanto hanno riferito alcuni testimoni agli investigatori, il 75enne gridava anche frasi come: "Gli taglio la testa e ci gioco a pallone". Se non fossero intervenuti i due medici presenti alla visita, Fabiana Fancoli e Alfredo Modafferi, che si sono messi in mezzo fra aggressore e aggredito, e subito dopo il funzionario di polizia che era in corridoio in attesa di una visita medica, la situazione avrebbe potuto degenerare. Il folle aggressore attorno alle 13.40 si era presentato nella struttura che da tempo lo aveva preso in cura dopo un’operazione alle gambe e al termine della visita, uno dei medici gli ha illustrato il quadro clinico, escludendo nuovi interventi a favore di un ricovero riabilitativo. A quel punto il 75enne è apparso turbato, ha rovistato nella sua borsa e ha estratto un coltello da cucina lungo 20 centimetri col quale si è avventato contro il medico.

Ora il 75enne dovrà essere interrogato dal gip per la convalida dell’arresto e la decisione sulla misura cautelare. Sulla sicurezza dei medici è intervenuto anche il consigliere regionale Gregorio Mammì: "L’aggressione al medico di San Donato è un fatto di violenza grave che denunciamo con fermezza. Un anno fa il Consiglio regionale lombardo ha approvato all’unanimità la legge sul contrasto e la prevenzione degli episodi di violenza su operatori delle strutture sanitarie pubbliche e private accreditate come Ats e Areu. Bisogna immediatamente attivare protocolli operativi con le forze di polizia e un tavolo tecnico per studiare provvedimenti in tema di sicurezza". Mas.Sag.

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