Contratto della luce per 'Aldo dice': svolta al residence degli sfrattati

L'assessore Majorino: "Troviamo un equilibrio tra bisogno sociale e normative"

ORGOGLIOSO Wainer Molteni mostra il contratto all’uscita da A2a

ORGOGLIOSO Wainer Molteni mostra il contratto all’uscita da A2a

Milano, 19 aprile 2017 - «Contratto per la fornitura temporanea di energia elettrica». Può sembrare una pratica come tante. Invece, per il residence sociale «Aldo dice 26X1» è il segno di una svolta, il primo documento che attesta il valore del progetto nato in un palazzo occupato che oggi ospita circa 200 persone, uomini donne e bambini senza casa in attesa di alloggio popolare. «In tre anni – spiega Wainer Molteni, coordinatore del progetto insieme a Laura Boy – abbiamo accolto circa mille persone, accompagnato 75 famiglie verso l’assegnazione di una casa. Il turn over è continuo, la missione prosegue». Ma ripercorriamo la storia: nella primavera del 2014 il collettivo formato da Clochard alla riscossa, sindacato Unione Inquilini e Comitato Diritto alla Casa ha occupato uno spazio Alitalia a Sesto San Giovanni, proprio per dare un tetto a persone sfrattate.

Poi, lo scorso giugno, «Aldo dice» si è trasferito in un palazzone di dieci piani in via Oglio 8, zona Corvetto, di proprietà privata, che sulla carta sarebbe dovuto diventare un residence ma che invece, a seguito di una procedura fallimentare, è rimasto off-limits per anni. «Occupando – continua Molteni – abbiamo dato una risposta concreta a famiglie e persone che avevano bisogno di un tetto come punto di partenza per ricostruire la propria vita». Insomma il palazzone è diventato una casa per senza casa: adulti rimasti senza lavoro, pensionati, mamme single con figli. Ma non solo questo. Ci sono spazi comuni, un luogo per mangiare insieme, per suonare, per scambiare oggetti di seconda mano e tanto altro. «Questo inverno – aggiunge Molteni – abbiamo anche collaborato col Comune per ospitare clochard nell’ambito del Piano anti freddo». Ancora: al residence trovano posto pure (ex) minori stranieri non accompagnati, ragazzi senza famiglia che non appena compiono 18 anni non hanno più il posto in comunità. Per tutto questo serve la corrente elettrica. Ma lo scorso febbraio, «a sorpresa», era stata staccata (e poi riattaccata provvisoriamente) dal vecchio fornitore. «Quando siamo entrati – sottolinea Molteni – la luce c’era. Un contratto di cantiere con bolletta forfettaria». «Vista la nostra funzione – aveva detto Laura Boy – chiediamo al Comune di farsi da garante». Ieri, il traguardo: contratto firmato, fornitura temporanea per tre mesi, rinnovabile, intestata a Clochard alla riscossa. «È la prima volta che accade – conclude Molteni – dalla legge Lupi “anti occupanti”».

E questo è il primo passo, perché «Aldo dice» va verso la legalità: nei prossimi giorni ci sarà un incontro col Comune proprio sul futuro del residence sociale, che potrebbe anche trasferirsi altrove. «Credo che Aldo – commenta l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino – sia una bella scommessa. E abbiamo interesse che emerga dalla situazione di irregolarità. Ovviamente loro dovranno accettare regole e prassi diverse da quelle usate fin qui. Vedremo se riusciremo a trovare un punto di equilibrio tra bisogno sociale e norme da rispettare».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro