Rescaldina, esecuzione nei boschi della droga: 54enne trovato morto/ FOTO

L’hanno sorpreso alle spalle, tramortito con una mazza di ferro e poi ferito a morte con un colpo di pistola all’addome, lasciandolo morire dissanguato

Rescaldina omicidio, cadavere nei boschi

Rescaldina omicidio, cadavere nei boschi

Rescaldina (Milano), 16 gennaio 2019 - L’hanno sorpreso alle spalle, tramortito con una mazza di ferro e poi ferito a morte con un colpo di pistola all’addome, lasciandolo morire dissanguato. È questa la possibile dinamica dell’omicidio di un 54enne senegalese, trovato cadavere in campo di Rescaldina, nel pomeriggio di ieri. Pregiudicato per droga, ufficialmente nullafacente, l’uomo ha la sua ultima residenza nota a Borgomanero, in provincia di Novara, ma non è chiaro se formalmente vivesse ancora lì. A trovarlo cadavere sono stati alcuni operai in pausa pranzo che, passeggiando nei pressi del campo, lo hanno notato e hanno dato l’allarme. Sul posto sono arrivati i militari di Legnano, il magistrato di turno della Procura di Busto Arsizio e il medico legale. A quanto ricostruito fino ad ora, il 54enne potrebbe essere stato appunto stordito con un colpo di mazza alla testa e poi finito con un colpo di pistola allo stomaco.

Non è ancora chiaro se sia stato ucciso nello stesso luogo dove è stato rinvenuto o se è stato trasportato in quel campo successivamente. Ma di questo se ne stanno occupando gli investigatori. Con la famiglia (moglie e figli piccoli) residente nel Novarese, dalla quale però si era allontanato per varie problematiche, la vittima del delitto era da tempo senza lavoro, forse non ne aveva mai avuto uno stabile. I suoi precedenti per droga lasciano ipotizzare con maggiore possibilità che si sia trattato di un delitto maturato nell’ambiente dello spaccio di droga. E difatti quel campo in cui il suo corpo è stato trovato, gettato tra le frasche come un sacco vuoto, è distante una manciata di metri dal boschetto del «Rugaredo», conosciuto e ben noto per un fervente traffico di droga. Tutto il Legnanese in realtà è da anni travagliato da lotte per il controllo dello spaccio di hashish e cocaina. In quei boschi, sul limitare del milanese e la provincia di Varese, si susseguono ininterrottamente i controlli per il contrasto allo spaccio di stupefacenti. Purtroppo senza grandi successi.

Indimenticabile, anche se in un’altra zona del territorio, l’omicidio di due fratelli albanesi, freddati a Canegrate a colpi di pistola dopo un inseguimento. Anche loro lottavano per garantirsi la loro fetta di territorio dove smerciare droga, finendo per pestare i piedi ad altri. E non è escluso che, proprio per mantenere il predominio nella zona milanese, ci possano essere vere e proprie lotte in atto tra gruppi criminali di etnie diverse, così come spacciatori in caccia di nuovi fronti di smercio. Non è neppure escluso però che, nella sua vita privata, il 54enne non avesse qualche scheletro nell’armadio che lo ha portato alla morte. Delitti del genere, ad ogni modo, sono di difficile soluzione. Fondamentali sono le operazioni di cinturazione e reperimento di campioni della zona, successive al ritrovamento di un corpo. I carabinieri dovranno quindi essere certi di aver passato «al pettine» ogni centimetro del campo, alla ricerca di dettagli e prove utili a risalire all’assassino o, in caso, agli assassini.

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