Regole ferree e zero tracce Preso il fantasma Tomaevi

Catturato a Lambrate pure il capocentro delle bande per tutto il Nord Italia. La figura del "ladro nella legge" e i 10 comandamenti da seguire alla lettera

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Sul vero nome non c’è certezza, anche perché ha assunto decine di generalità diverse nel corso della sua carriera criminale. Le impronte, però, non mentono: è lui, Mikoeil Tomaevi secondo uno dei tanti alias che gli attribuisce 37 anni, l’uomo ricercato dalla Dda di Torino come presunto esponente di un’associazione a delinquere finalizzata ai furti in abitazione direttamente collegata alla mafia di Tbilisi.

Di più: stando agli investigatori, il georgiano era il capocentro dell’organizzazione in Italia per l’area Nord-Ovest, colui che in sostanza coordinava le batterie di connazionali che di volta in volta si materializzano tra Lombardia e Piemonte per svaligiare appartamenti senza soluzione di continuità. Tomaevi è stato catturato dagli agenti della Mobile di Milano durante l’operazione che ieri ha portato in cella i quattro membri della gang entrata in azione in tre occasioni tra il quartiere Feltre, San Siro e il Comune di Borgaro Torinese. Il trentasettenne era nel covo di viale delle Rimembranze di Lambrate, lì dove i segugi di via Fatebenefratelli hanno intercettato Vepkhia Giorgadze, il più giovane della banda. Secondo gli accertamenti d’indagine portati avanti negli anni scorsi dai magistrati torinesi, Tomaevi (così accorto da non essere mai stato controllato dal 2016 a ieri) è quello che nei Paesi dell’ex Unione Sovietica definiscono "ladro nella legge". Detto altrimenti: un membro di primo piano della "mafia russa". La tradizione rimanda racconti mitologici su questi personaggi, “iniziati” con tatuaggi e legati a ferrei codici d’onore che impongono uno stile di vita dimesso e un sostanziale distacco dal mondo.

La letteratura sull’argomento racconta di una serie di comandamenti che i "ladri nella legge" devono seguire alla lettera se vogliono conservare il loro status. Uno: nessun impegno con la società tantomeno relazioni sociali o attività nelle istituzioni, così da raggiungere il massimo livello di indipendenza. Due: nessuna collaborazione con lo Stato, compresi i servizi segreti. Tre: mai sporcarsi le mani, ma circondarsi di esecutori che facciano il lavoro di manovalanza. Quattro: adattarsi con facilità, cambiando tattica se necessario. Cinque: punire il tradimento con la morte. Sei: essere sempre onesti con i propri pari. Sette: essere sempre coraggiosi e spavaldi, la paura non appartiene ai "ladri nella legge". Otto: essere sempre informati sull’ambiente circostante, ostile per definizione. Nove: mai possedere beni materiali per non avere limiti. Dieci: non si può essere "ladri nella legge" senza aver mai frequentato il carcere. Una regola, quest’ultima, che orà tornerà utile a Tomaevi.

Nicola Palma

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