La Regina Elisabetta II a Milano, quella visita allo Ied: "Stregata dalla Fiat Multipla"

Il ricordo dell’allora vicedirettore Soldini: all’inizio non ci credevamo, organizzazione top secret

La regina Elisabetta in visita allo Ied con l’allora fondatore Francesco Morelli

La regina Elisabetta in visita allo Ied con l’allora fondatore Francesco Morelli

Sua maestà stregata da una "Multipla". Ventidue anni fa Elisabetta II fece visita agli studenti dell’Istituto Europeo di Design. Nella tarda mattinata del 19 ottobre del 2000 la sovrana del Regno Unito varcò l’ingresso della sede di via Sciesa, zona XXII Marzo. A farle da cicerone per meno di un’ora Francesco Morelli, fondatore e allora presidente dell’istituto (scomparso nel 2017), uno dei pochi a cui il protocollo consentiva di rivolgere la parola alla regina. Fra gli ospiti anche lo scultore Arnaldo Pomodoro, lo stilista Elio Fiorucci, la direttrice di Vogue, Franca Sozzani, i designer Giancarlo Iliprandi e Augusto Morello. Ma ad essere presente quel giorno c’era anche Emanuele Soldini, attuale chief operating officer del gruppo Ied e allora vicedirettore che ricorda tutto: "Fu un evento bellissimo e meno istituzionale di quanto previsto. La regina non si attenne alle rigide regole del protocollo: si confrontava con gli studenti e i coordinatori dei corsi, stringeva la mano, salutava…". Non era però una donna qualunque: "Era l’incarnazione della regalità. Aveva quel magnetismo capace di polarizzare l’attenzione del pubblico appena si varca una soglia. Una presenza molto forte" sottolinea il direttore Soldini (fratello del regista Silvio e del velista Giovanni). La visita era stata organizzata all’inizio in modo "top secret". Fu il consolato britannico, nella primavera del 2000, a contattare lo Ied.

«Venne uno strano personaggio inglese che si qualificò come esponente del consolato. All’inizio non sapevamo neppure se credergli. Ci spiegò che stavano cercando la sede per una mostra sui nuovi designer britannici. In un secondo sopralluogo ci disse che ci avevano selezionato in quanto scuola di design e realtà internazionale. Ma nei primi incontri non ci disse nulla della visita della regina. La notizia venne fuori solo più tardi, dopo l’estate. Per l’appuntamento per illustrarci il protocollo - che vietava di rivolgersi alla sovrana e tantomeno di sfiorarla - riempimmo l’aula magna: c’erano anche i servizi segreti, la Digos...". Di mostre ne vennero organizzate tre in onore di "The Queen": "Alla selezione di lavori degli studenti inglesi che avevano partecipato al "New designer award" affiancammo una vetrina dei progetti più significativi di chi che era all’ultimo anno di Moda, Design e Comunicazione visiva. Nel mezzo del cortile era stato messo il prototipo in scala 1:1 della Fiat Multipla i cui interni erano stati progettati da un nostro studente e il concept dal nostro centro di ricerca: la regina ne era rimasta colpita, come dalla Vespa. C’era anche una sezione intitolata “La tavola della Regina“ con cinque tavoli imbanditi".

 

 

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