Reddito di cittadinanza, in Lombardia solo 37mila aiuti: "Siamo delusi"

Nessuna corsa agli sportelli e più paletti: accolto il 64% delle domande. Le famiglie: non basta per uscire dalla povertà

L'indagine sul reddito di cittadinanza

L'indagine sul reddito di cittadinanza

Milano, 26 aprile 2019 - Un numero di domande per ottenere il reddito di cittadinanza inferiore rispetto alle previsioni, e maglie più strette in Lombardia rispetto ad altre zone d’Italia. Nessuna corsa, rispetto alle regioni del Sud, per candidarsi a un contratto da navigator, tutor che avranno il compito di aiutare a trovare un lavoro chi entra nel programma anti-povertà, una delle misure bandiera del M5s. È quanto emerge dai dati disponibili a quasi due mesi dal via libera alla presentazione delle domande online, nei Caf o negli uffici postali.

A livello nazionale, secondo gli ultimi dati Inps, su 681.736 domande elaborate ne sono state accolte 488.337, il 72%. Guardando alla Lombardia, la differenza è di 8 punti percentuali. Su 57.660 domande elaborate (sono oltre 71mila le richieste da parte di altrettanti nuclei familiari) ne sono state accolte 37.152, circa il 64%. Altre 19.756 sono state respinte, mentre 752 sono in fase di approfondimento, oltre alle migliaia di domande che devono ancora essere valutare dagli uffici Inps. Numeri ancora contenuti, rispetto alle stime di qualche mese fa che parlavano di un potenziale bacino di quasi un milione di lombardi. Numeri ridimensionati con lo scorrere del tempo, di pari passo con lo stringersi dei requisiti.

Le richieste sono costanti, ma non c’è un boom. E molte, in Lombardia, vengono respinte, in particolare per Isee troppo alto, mancato rispetto dei “parametri di povertà” per accedere al programma o in alcuni casi irregolarità formali. Il 71% degli importi erogati supera i 300 euro mensili, il 50% è compreso nella fascia tra 300 e 750 euro. Il 21% delle somme in pagamento supera quota 750 euro, mentre il 7% è sotto i 50 euro. «Attendiamo i prossimi mesi per un bilancio più puntuale – spiega Gregorio Tito, direttore Inps per l’area metropolitana di Milano – forse stentano ancora a farsi avanti persone che hanno meno consapevolezza dei propri diritti. I nostri uffici sono diventati un punto di riferimento per chi ha bisogno di informazioni, stiamo facendo il possibile per venire incontro ai cittadini». Analizzando i dati provincia per provincia, la quota più alta di domande accolte è a Pavia e Sondrio, entrambe al 67%. Quella più bassa a Lecco, dove su 1.188 domande elaborate ne sono state accolte 696, solo il 59%. Milano si attesta sul 66%, con 15.014 nuclei familiari che hanno diritto alla card. Guardando verso Sud, in Puglia è stato accolto il 75% delle domande, in Calabria il 74%, in Campania il 76%. Nella sola provincia di Napoli le domande accolte hanno superato quota 52mila, più di tutta la Lombardia. L’Emilia Romagna, invece, si attesta sul 59% di accoglimenti, il Lazio è al 70%, il Piemonte al 71%.

Delusione sugli importi erogati, per alcuni troppo pochi per uscire dalla povertà ma «sempre meglio di niente». E sull’erogazione dei fondi c’è ancora confusione e qualche fraintendimento. «Alcune persone in questi giorni si sono presentate al centro per l’impiego mostrando l’sms che indicava l’accoglimento della domanda e chiedendo l’erogazione dei fondi», spiega la consigliera della Città metropolitana con delega al Lavoro Elena Buscemi. Le somme vengono accreditate sulle card, mentre i centri per l’impiego sono in prima linea nella sfida del ricollocamento di persone che in media hanno un’età di 50 anni. È il vero banco di prova per la riforma. Il primo step sarà l’assunzione dei navigator. In Lombardia sono in palio 329 posti, ma non c’è un boom di candidature: sono circa 900, rispetto alle circa 2.500 della Sicilia e della Campania.

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