Reddito di cittadinanza a Milano: la nostra odissea tra Poste e Caf

Reportage durante il primo giorno della nuova misura adotatta dal governo. In attesa agli sportelli dal centro alla periferia: "Vogliamo dignità"

In attesa alle poste

In attesa alle poste

Milano, 7 marzo 2019 - 24 minuti in attesa nell’ufficio postale in corso di Porta Vittoria, con il “numerino” in mano. Nella filiale a pochi passi dal Palazzo di giustizia il consueto via vai della mattina: anziani con le bollette da pagare, avvocati con pratiche da sbrigare, impiegati usciti dagli uffici della zona e, da ieri, anche i milanesi che devono presentare la domanda per accedere al reddito di cittadinanza. Alle 10.12, infine, arriva il nostro turno. «Noi non abbiamo i documenti cartacei - spiega gentilmente l’impiegata allo sportello - deve scaricarli online, compilarli e tornare qui. Non dimentichi di portare codice fiscale e carta d’identità, è necessario presentare l’Isee ma per quello le consiglio di rivolgersi al Caf». Una risposta analoga negli altri uffici, dal centro alla periferia, che abbiamo visitato nel tentativo di compiere il primo passo nella corsa per ottenere il reddito. Nessun assalto, ma un flusso ordinato che ha reso inutile anche la suddivisione delle richieste per lettere alfabetiche.

Alle poste di via Carducci, vicino alla stazione Cadorna, zona non certo popolare ma di grande passaggio, un impiegato aveva il compito di fornire assistenza e informazioni sul reddito. «Posso presentare la richiesta per conto di un parente?», chiediamo. «È meglio che venga lui di persona - risponde - tanto, come vede, qui la situazione è tranquilla». Così anche nella sede centrale in Cordusio o nella filiale in Missori.

Passando dal centro alla periferia, la situazione non cambia. Non c’è stato alcun assedio alla filiale in via Segneri, zona Giambellino, nel primo giorno utile per raccogliere le domande per il reddito di cittadinanza. Ieri mattina all’ufficio postale c’erano come sempre i residenti della zona in coda per pagare le bollette o ritirare una raccomandata. L’unica novità la presenza di un’addetta di Poste Italiane, a fianco della macchina per l’emissione di ticket, a cui abbiamo chiesto se fosse possibile compilare il modulo per la richiesta di reddito: «Non abbiamo moduli cartacei. Per scaricarlo c’è il sito dell’Inps». Poste Italiane, infatti, in questa fase gestisce solo la presentazione delle domande. La partita sulla sussistenza dei requisiti, richieste di Isee aggiornato e informazioni sull’esito della pratica non è di sua competenza. E il passaggio ai Caf, centri di assistenza fiscale, è quasi obbligato. Ci rechiamo quindi al patronato Inca-Cgil di via Giambellino. «C’è stata un po’ di ressa alle 9. Abbiamo invitato le persone a prendere appuntamento per l’Isee», dicono allo sportello. Fra le poche persone sedute in attesa troviamo Giovanni, 35 anni che si confida: «Lavoro come addetto alle pulizie 3 ore al giorno per 450 euro mensili. Sono ospite di un amico ma non è facile, anche perché ero abituato a vivere da solo. Spero che il reddito di cittadinanza mi ridia la dignità». Torniamo in corso di Porta Vittoria, al Caf Cgil all’interno della Camera del lavoro, ieri affollato anche di universitari stranieri per l’Isee. Nel corso della mattinata hanno ricevuto assistenza circa 50 persone già in agenda. Altre 30 si sono presentate senza appuntamento. Per loro è stato trovato uno spazio sul calendario: potranno muovere i primi passi nella corsa al reddito anti-povertà.

 

 

 

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