Il recupero crediti per l’avvocata con metodi mafiosi: "Chi denuncia è un uomo morto"

È uno degli episodi contestati in un’indagine dell’Antimafia con tre arresti e 27 indagati. Il genero del boss Mancuso gestiva il bar della moglie di fronte a Tribunale

Luigi Aquilano arrestato per associazione a delinquere, narcotraffico ed estorsione

Luigi Aquilano arrestato per associazione a delinquere, narcotraffico ed estorsione

Milano - «È un morto che cammina, già puzza di cadavere". Così uno degli arrestati di ieri, parlando al telefono un mese fa, faceva capire il suo umore per lo "sgarro" insanabile: la denuncia presentata da un imprenditore, buyer nel campo del lusso, che lui aveva minacciato su mandato della ex fidanzata dell’uomo, Viola Morelli, che voleva recuperare in qualunque modo 44mila euro. Somma che la donna, avvocato con titolo rilasciato dalla Spagna, vantava come credito nei confronti del suo ex. La frase intimidatoria è una delle tante pronunciata da Arturo Garofalo, legato a Cosa Nostra e ora in carcere per estorsione assieme a Luigi Aquilano, il genero del boss di ’ndrangheta Antonio Mancuso e a Christian Cucumazzo, già detenuto a Siracusa e vicino alla Sacra Corona Unita.

L’avvocato Morelli, che si sarebbe rivolta ai tre per ottenere i soldi, che a suo dire gli erano dovuti, ha invece l’obbligo di firma. Nella ricostruzione dell’episodio, il gip Lidia Castellucci, riporta altre minacce ventilate da Garofalo contro l’imprenditore: "mi presento con venti albanesi (...) e ti sparo in testa" e spiega come la vittima, pure lui in realtà con guai giudiziari, si sia rivolto, chiedendo aiuto, al giornalista Klaus Davi (non indagato) con cui avrebbe "concordato il contenuto" di un articolo, pubblicato lo scorso 5 giugno, con lo scopo di "confondere i miei estorsori".

E’ solo uno degli episodi contestati nell’inchiesta della Dda milanese su droga ed estorsioni all’ombra della ’ndrangheta coordinata dal pm Alessandra Cerreti, che ha visto perquisizioni in tutta Italia e un avviso di conclusione indagine per 27 persone. Al centro la figura di Aquilano, il genero del boss Antonio Mancuso vertice della cosca di Limbadi. Dall’ordinanza del gip Castellucci, Garofalo sarebbe invece legato a Cosa Nostra con riferimento ai "cugini" Fontana dell’Acquasanta di Palermo. Cucumazzo, già detenuto a Siracusa, risulta vicino alla Sacra Corona Unita, con il clan Strisciuglio di Bari.

Come si legge nell’ordinanza, il giudice ha operato però un "notevole ridimensionamento del quadro indiziario", non riconoscendo per gli indagati i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso e di narcotraffico contestati dalla Procura nella chiusura delle indagini. E così ha respinto 26 richieste di misura cautelare avanzate dal pm. "Tirando le fila delle considerazioni che si sono rassegnate - scrive il gip Castellucci - le risultanze della presente indagine se, da un lato, confermano la presenza sul territorio lombardo di soggetti legati da vincoli familiari con la famiglia ‘ndranghetista Mancuso, dall’altro non hanno documentato l’esistenza, fuori dalle aree di origine, di un’associazione mafiosa connotata da un impegno reciproco e costante, funzionalmente orientato alla struttura e alla attività dell’organizzazione criminosa".

Aquilano, fra l’altro, gestiva un bar in via Manara, proprio a fianco al Palazzo di Giustizia, e da quel locale Rosaria Mancuso, sua moglie (non indagata) e "figlia del capobastone" della cosca Antonio Mancuso, 84 anni, avrebbe assunto "informazioni" su "alcuni magistrati" che lo frequentavano. Quel bar, come risulta dagli atti, sarebbe stato acquistato nel 2018 da una società di Aquilano e rivenduto nel dicembre 2020. La circostanza che si trovasse proprio di fronte al Palazzo di Giustizia faceva sì che fosse frequentato da magistrati, avvocati, appartenenti alle forze dell’ordine e personale impiegato negli uffici giudiziari. E da un’intercettazione del gennaio 2019 è emerso come Rosaria Mancuso, approfittando delle generalità riportate sui ticket dei buoni pasto "avesse consultato fonti aperte per informarsi sulla storia e sulla carriera professionale dei magistrati che sono habitué del loro bar".

E diceva: "Guarda oggi ho preso i ticket di tutti i nomi dei giudici quelli che vengono e mi sono andata a leggere le storie (...) la bionda invece ha fatto processi importanti... e poi uno che è venuto stamattina... praticamente sono andata a vedere... sai in quale processo faceva parte? In quello Why Not! (...) siamo proprio circondati!".

 

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