Milano, via al recupero di 6mila case sfitte. Mille posti letto in più per studenti

Dalla Regione un piano da 1,5 miliardi di euro in tre anni. Mattinzoli: "Adesso riorganizzare le Aler"

Migration

Milano, 1 luglio 2022 - Un miliardo e mezzo di euro. A tanto ammontano i fondi che la Giunta regionale conta di mettere in circolo per rilanciare l’edilizia pubblica e promuovere l’housing sociale in Lombardia nel triennio compreso tra il 2022 e il 2024. La gran parte delle risorse (934,6 milioni) derivano da Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), quindi ecco i 363,5 milioni assicurati dalla Regione, i 193 di origine statale e i 46,4 targati Unione Europea. Un piano, quello presentato ieri dal presidente della Regione, Attilio Fontana, e dall’assessore regionale alla Casa, Alessandro Mattinzoli, nel quale Milano ha una parte significativa. E non potrebbe essere diversamente, considerate le necessità che si sono via via imposte in alcuni quartieri particolarmente critici.

Nel dettaglio , il “Piano regionale dei servizi abitativi“ parte dalla definizione del contesto lombardo. Nel 2021 sono state avanzate 41mila domande di un alloggio pubblico, delle quali 12mila solo a Milano. Nel 55% dei casi sono famiglie extracomunitarie a fare domanda, mentre oltre l’85% dei richiedenti ha un reddito Isee inferiore a 8mila euro. Le famiglie con persone con disabilità sono 2.700. Quanto all’housing sociale, secondo la Regione, in base al Rapporto Nomisma 2021, solo nell’area milanese sono 88.500 le famiglie che potrebbero essere interessate perché hanno un reddito mensile tra i 1.600 e i duemila euro. Cinque le voci che scandiscono il Piano: sostenibilità, welfare abitativo, cura del patrimonio, rigenerazione urbana e housing sociale. Quanto alla prima voce, la Regione ha previsto 26,3 milioni di euro per compensare le Aler dai mancati introiti derivanti dal combinato disposto da inquilini morosi e inquilini a reddito molto basso. Il welfare abitativo, invece, riguarda direttamen te gli stessi inquilini con contributi che li aiutino a pagare l’affitto sia nel caso in cui stiano in alloggi privati sia nel caso in cui vivano in alloggi pubblici, senza dimenticare gli sconti riconosciuti agli anziani che hanno sempre pagato il canone. Si tratta, nel complesso, di contributi per 210 milioni di euro.

Avanti con la cura del patrimonio, che vale 736,7 milioni di euro e poggia sul superbonus. A questo strumento si ricorrerà in via Bolla, per il caseggiato più piccolo, quello da 88 alloggi tra i civici 26 e 36, nell’ambito di interventi per un totale di 33 milioni di euro, ma anche in via Don Primo Mazzolari e in via Russoli (entrambe al quartiere Barona): 8 milioni nel primo caso, 12,6 nel secondo. Avanti con gli stabili di Bruzzano (3,5), Stamina d’Ancona (1,6) e Zama-Salomone (6,8). Nel complesso la Regione si impegna a recuperare nel triennio 6mila alloggi sfitti, 150 per le persone con disabilità e a riqualificare dal punto di vista energetico 11mila alloggi tra quelli delle Aler e dei Comuni.

Quindi i programmi Pinqua e gli stanziamenti del Cipe, riuniti alla voce “rigenerazione urbana“ per un totale di 512 milioni di euro. Da qui si attinge, di nuovo, per la riqualificazione di via Bolla, in particolare, stavolta, del caseggiato più grande, quello tra civici 38 e 42, che internamente sarà rifatto del tutto. Prima, però, è necessario che siano sgomberati gl occupanti senza titolo. Nello stesso capitolo anche in fondi per proseguire l’ambizioso e tormentato piano di demolizione e ricostruzione dei palazzi del quartiere Giambellino-Lorenteggio. Fondi Pinqua, infine, pure per il quartiere San Siro: 15 milioni. Quinta direttrice del piano, l’housing sociale: l’obiettivo della Regione è lanciare programmi sperimentali in proposito per un totale di 800 alloggi nel triennio, unitamente a programmi dedicati all’edilizia universitaria con "almeno mille nuovi posti alloggi e la riqualificazione di altri 700". "Un piano – sottolinea Fontana – che ha come principale scopo quello di ristrutturare e riorganizzare il patrimonio esistente". Mattinzoli sottolinea, invece, la necessità "di riorganizzare le Aler dopo 40 anni di stallo, dando loro un profilo di ente sociale che le aiuterebbe nel raggiungimento dei propri scopi" e non esclude "un nuovo intervento sul regolamento per le assegnazioni degli alloggi se dalle verifiche in corso ne emergesse la necessità".

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro