Reagire a Cassandre e disfattiste

Riccardo

Riccardi

Anche se dalle Cassandre ne abbiamo sentito di tutti i colori, ora predomina il nero. È presente penetrando sia nella attività reali che in quelle virtuali del subconscio. Con le tenebre arriva anche il sentimento della paura. Purtroppo alimentata da tanti stregoni, o da chi, anche da troppo tempo, è detentore della cultura disfattista. Che predica vento trasformato in tempesta dalla guerra contro la politica e l’economia. Per farci tornare ai tempi della pietra. Morte al profitto, alle banche ed alle imprese. Ridurre il tempo dedicato al lavoro annientare iniziative imprenditoriali private. Tutti in coda al freddo in attesa di una ciotola di brodo con verdura selvatica. Dobbiamo invece reagire senza dare retta a quei luoghi comuni che insinuano dubbi a cittadini ignari. Prendiamo le banche. Motore essenziale che offre servizi, gestione ed intermedia risparmi da trasformare in credito. È qui il punto dolente. Recentemente è diventato familiare l’acronimo Npl, insoluti che l’istituto vende, rimettendoci. La crisi purtroppo ne genererà di molti, minacciando la stabilità bancaria con le inevitabili restrizioni a famiglie ed imprese. Inspecie Pmi territoriali. Forse con troppa fretta logaritmi ed intelligenza artificiale sono diventati il banchiere di riferimento. Va bene per le pianificazioni macro-economiche ma si avverte l’assenza del credito di relazione. Si deve anche tornare alla prossimità, fonte di stabilità, inclusione finanziaria e coesione sociale. In altre parole in Italia, paese dei campanili ancora produttrici di ricchezza e lavoro, non si può non avvalersi di banche o filiali locali che favoriscano l’accesso al credito, grazie al beneficio della prossimità, appunto. L’Europa che lo contesta deve capirlo nello interesse generale. Altrimenti avremo delle bellissime normative burocratiche. Necrologi sulla morte della civiltà occidentale, inspecie italiana.