Razzismo sul treno Milano-Trieste: "Non mi siedo vicino a una negra"

L’indignazione del web: via i razzisti

Il post-denuncia con la foto della ragazza diventato virale

Il post-denuncia con la foto della ragazza diventato virale

Milano, 23 ottobre 2018 - «Non mi siedo accanto a una negra»: ha detto una signora sul Frecciarossa Milano-Trieste. A denunciarlo la mamma della diretta interessata, Paola Crestani, presidente dell’associazione Ciai, Centro italiano aiuti all’infanzia, con sede a Milano.

La foto della figlia Shanti con la cronaca di quanto successo e il messaggio finale ha raggiunto in poche ore oltre 40.300 “reazioni”, diecimila condivisioni e fiumi di commenti, sfociati in un nuovo hashtag: «Non mi siedo accanto ai razzisti».

La cronaca: «La dolcissima ragazza nella foto è mia figlia - scrive Paola Crestani -. Ieri pomeriggio l’ho accompagnata in stazione centrale a Milano e ha preso il Frecciarossa in direzione Trieste. Poco dopo mi manda questo messaggio: “Mi sono seduta al mio posto e la signora vicino a me mi fa: ma lei è in questo posto? E le faccio sì signora... e lei posso vedere il biglietto... gliel’ho fatto vedere e mi fa ah beh io non voglio stare vicino a una negra e si è spostata... Assurdo». Un ragazzo che aveva assistito alla scena ha preso le sue difese dicendo alla signora di vergognarsi. «Dubito che lei lo abbia fatto ma se ne è andata - spiega la madre - come dovrebbero fare tutti i razzisti: andarsene! Perché, che ne siano consapevoli o no, il mondo di oggi e del futuro è questo: un insieme di persone di tutti i colori, di diverse lingue, di culture differenti. Non solo nelle strade, negli autobus, nei treni o negli aerei ma anche nel business, nella finanza, nella moda, nelle università, nello sport. Quindi, razzisti, che vi piaccia o no, avete già perso».

Da Trenitalia  fanno sapere che «l’episodio specifico non è stato denunciato né al capotreno né al macchinista, che non ne erano a conoscenza»; la società ribadisce comunque «la più assoluta ospitalità a tutti, indipendentemente da credo, nazionalità o storia; non ci sono differenze». Fra i commenti, c’è chi sminuisce e parla di bufala, chi rincara la dose, ma soprattutto chi mette «la mano sul fuoco»: «Ma quale fake news. Siamo con Paola e Shanti, e siamo molti più di tutti voi. Il sonno della ragione di qui non passa». Piena solidarietà anche da Pietro Bussolati, segretario metropolitano Pd: «Credevamo di non doverle leggere più certe storie e invece di persone che, ancora oggi, discriminano per il colore della pelle ce n’è. Il clima è pesante e pericoloso».

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro