L'aereo non parte per due volte, ragazzini tornano da Londra con un bus: "Siamo sfiniti"

Hanno noleggiato un mezzo

Ritardi

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Busto Garolfo (Milano), 30 luglio 2018 - Imbarcati e sbarcati da un aereo per due volte. E alla fine sono stati costretti a tornare da Londra su un bus. È durata quasi settanta ore l’odissea di trenta ragazzi dai tredici ai diciassette anni provenienti da diversi paesi dell’Alto Milanese, bloccati all’aeroporto di Londra Stansted da giovedì scorso. Dopo due settimane di vacanza studio per imparare la lingua inglese, il ritorno a casa si è trasformato in un dramma a causa dei disservizi della compagnia aerea low-cost Ryanair, con la quale dovevano viaggiare. I problemi sono iniziati giovedì alle 18 e 40 dopo le operazioni d’imbarco per il volo diretto a Malpensa. Trascorse due ore a bordo del velivolo fermo in attesa di decollo, la compagnia ha comunicato ai passeggeri che la partenza era stata annullata per mancanza di personale.

Ma era pronta una soluzione temporanea. La compagnia offre una stanza in hotel, in attesa che ilgiornosuccessivo l’aereo parta davvero. Rientrati in albergo intorno alle tre del mattino, i ragazzi e gli accompagnatori hanno atteso i taxi che li avrebbero riaccompagnati nel pomeriggio nuovamente in aeroporto. Passato nuovamente il check-in e preso posto sul nuovo velivolo, già in ritardo, sono stati sbarcati. Di nuovo. La mancanza del personale di terra rendeva impossibile la partenza. Tutto da rifare quindi tra lo stupore e la rabbia degli organizzatori e dei ragazzi già provati dal disagio del giorno prima. A questo punto Ryanair non ha dato alcuna garanzia su un eventuale volo di rientro. "Hanno smesso di darci informazioni", riferiscono i genitori inferociti. Abbandonati al loro destino, con le valigie in mano, i trenta ragazzi e gli accompagnatori hanno chiamato casa. Mamma e papà cedono al panico, con i figli da ventiquattro ore ancora senza nessuna conferma sul rientro, anche dopo il secondo tentativo andato in fumo e una notte intera passata in aeroporto, con la stanza in hotel già assegnata ad altri. La situazione incominciava a degenerare mentre la paura e la stanchezza tra i più piccoli iniziavano a farsi sentire. A questo punto i genitori dall’Italia hanno preso in mano la situazione e organizzato in pochissime ore, a loro spese, il rientro via terra della comitiva. "Non potevamo fare altro, ma è una cosa assurda", attaccano le famiglie. I ragazzi sono stati caricati alle ventuno di sabato su un minibus che, attraversando in traghetto la Manica e percorrendo tutta la Francia, dopo una ventina di ore di viaggio, con qualche sosta nelle aree di servizio per mangiare, li ha riportati a casa ieri alle 15 e 30 a Magenta, tra gli abbracci dei familiari. "Siamo stravolti – ha sussurrato un ragazzo al padre –, non ne possiamo più». «I continui rinvii e soprattutto l’enorme incertezza sul giorno del ritorno a casa li hanno fortemente provati – confermano i genitori –. Anche il viaggio in bus non è stata una passeggiata". Rimane la rabbia per la mancanza di sensibilità della compagnia aerea. "Dopo il secondo volo cancellato – racconta una mamma di Rho – non era pensabile abbandonare a loro stessi dei minori senza nessuna assistenza. Immaginate lo stato d’animo di una famiglia con i propri figli a girovagare per un aeroporto per quasi una giornata intera. È una cosa assurda e non potrà certo finire così". Smaltita l’angoscia e la rabbia oggi sarà il giorno dei legali.

 

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