Volontaria rapita in Kenya, altri 6 arresti

Silvia Romano resta ancora nelle mani dei sequestratori

Silvia Romano, 23 anni

Silvia Romano, 23 anni

Milan, 24 novembre 2018 - «Non possiamo dire niente, la Farnesina ci ha chiesto di non parlare». È un silenzio sempre più carico di angoscia quello della mamma di Silvia Romano, la cooperante milanese di 23 anni rapita martedì dal villaggio di Chakama, a 60 chilometri da Malindi. La sua famiglia adesso chiede discrezione e «pace», in attesa di avere notizie certe della ragazza, che dopo essere rientrata a Milano a settembre aveva subito deciso di ripartire per l’Africa. E aveva scelto di lavorare per l’orfanotrofio della Onlus di Fano «Africa Milele», Africa «per sempre», in mezzo alla foresta e lontano da tutto, proprio «per essere là dove era più utile».

Nel frattempo, in Kenya le ricerche non si fermano. Sono salite a 20 le persone arrestate dopo la sua scomparsa, ha detto l’ispettore generale Joseph Boinett, di cui sei fermate nelle ultime ore: «Tre di loro – dice – ci hanno dato informazioni di grande valore a sostegno dell’operazione in corso». Anche la Farnesina segue passo passo le indagini sulle quali «la polizia keniana si sta impegnando molto», assicura il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, che sulla vicenda pone «l’inevitabile riserbo». Le piste percorse dalle autorità keniane affiancate dagli 007 italiani sono due: a prendere Silvia potrebbero essere stati i pastori Orma o gli jihadisti somali di Al Shabaab. Di certo c’è che il commando di tre uomini armati di Ak 47 che l’ha portata via è andato a colpo sicuro. E quella che sembrava un’indagine destinata a risolversi in 24 ore, come aveva assicurato la polizia keniana, si complica sempre di più.

Si spera in un passo falso dei sequestratori, che non hanno ancora rivendicato il rapimento né tantomeno richiesto alcun riscatto. E con il passare delle ore cresce la preoccupazione. «Non mi capacito che sia successa una cosa del genere: Chakama è un posto tranquillo. Siamo lì dal 2012, la nostra associazione è benvoluta. Non c’era stato nessun segnale di pericolo, se ne avessimo percepiti avremmo richiamato i nostri volontari in Italia», dice Lilian Sora, fondatrice di «Africa Milele». Ma da parte delle autorità keniane ci sono segnali di «ottimismo». I militari hanno dispiegato droni, elicotteri e pattuglie con numerosi posti di blocco, delimitando la zona di spostamento della banda che dovrebbe essere composta da 8 membri. Tutto lascia pensare che Silvia sia ancora in Kenya, dato che i sequestratori sono scappati a piedi e che il confine con la Somalia dista oltre 500 chilometri. La fitta foresta che delimita l’area in cui la ragazza milanese è stata portata via complica le ricerche: non è improbabile che il commando possa nascondersi nel vicino Tsavo National Park, uno dei maggiori parchi naturalistici del Paese visitato da molti turisti europei.

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